In questa puntata di Too Big To Fail, il podcast di finanza personale in cui i litigi vanno via come i BTP all’emissione parliamo di obiettivi finanziari e facciamo interviste a giornalisti bravi come Sebastiano Barisoni.
I consigli di oggi:
Vittorio: Tutto Chiede Salvezza
Nicola: Martha Stewart: una storia americana
Alain: Not Just Bikes
🎺 LA PROMO
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Oh, e ascolta tutto fino alla fine oppure Nicola tradirà anche te.
Ascoltalo qui:
Trascrizione della puntata
Ebbene sì, c’è chi si è smazzato la sbobba per te pur di permetterti di cercare al volo se abbiamo nominato Cicciolina. Chi è quel santo? Clipto, che spacca i culi nel trascrivere audio in testo, anche in italiano. E non lo diciamo perché ci pagano l’obolo se ti abboni. O forse sì? Puoi scoprirlo nella settimana di prova. Ora bando alle ciance altrui e passiamo alle ciance nostre.
Vittorio
[ 00:00:46 ] Ogni anno sarebbe buona creanza, creanza che parola, per un bravo risparmiatore porsi diciamo degli obiettivi finanziari cioè magari dei traguardi che uno intende raggiungere in un determinato periodo di tempo. Appunto per l’anno nuovo possono essere target di risparmio, tipi di investimenti che si vogliono fare, un acquisto importante oppure raggiungere un obiettivo professionale, avere una nuova abitudine dimagrire fare sport insomma, quello che cacchio vi pare, voi ve li date sti cazzo di obiettivi in generale di vita oppure ormai avete…Alain
[ 00:01:23 ] devo ammettere che ho un’intera board di Trello per gli obiettivi. devo darvi uno screenshot.Vittorio
[ 00:01:27 ] E tu Nicola invece?Nicola
[ 00:01:36 ] No, no, zero, niente. Nel senso, io è finito con quando sono nati i miei figli, quella fase lì, adesso l’unico obiettivo è arrivare alla fine del giornoVittorio
[ 00:01:46 ] Ll’obiettivo era fare i figli, giusto? Però insomma, alla fine…Io ce l’ho, però non lo faccio in maniera… allora può apparire questa cosa che io sia un pazzo sociopatico su queste cose e lo sono in molte altre. Non lo sono in una maniera così folle su questo argomento qua, cioè ce l’ho molto leggeri, dico, vorrei guadagnare tot. Poi vorrei guadagnare tot vale per chi è partita IVA, perché chi ha uno stipendio lo sa quanto guadagnerà durante l’anno, a meno che non perdere il lavoro. Poi guadagnare qualcosa in più, magari con uno straordinario oppure se c’è un lavoro secondario, ma non è che puoi fare molto con una partita IVA anche in realtà perché non sai cosa ti aspetta. Però, ad esempio, io ho preso la tendenza negli ultimi anni a rifiutare un sacco di lavori che potrei fare, ma che per diciamo pigrizia o perché non mi piace tanto rifiuto però, avendo quel tipo di target, mi dico no, lo devi fare, perché devi rispettare quella cosa là. Poi non lo faccio.
Alain
[ 00:02:37 ] Però almeno hai creato questa dissonanza interna…Vittorio
[ 00:02:43 ] Sì sì, secondo me quella cosa aiuta. Cioè, io ce l’ho su un Excel, questa cosa qua c’è il mio Excel, quello là con la panoramica delle mie finanze, poi c’è una serie di obiettivi, cioè tipo vorrei avere tot risparmi entro la fine dell’anno vorrei avere tot patrimonio oppure vorrei avere investito tot cifra in totale. So’ veramente cinque cose. Quindi se aggiungo in automatico io non faccio niente, lo guardo solo e più o meno, poi non è che mi strappo le vesti se non l’ho raggiunta. Comunque gli ultimi due anni raggiunto sempre, scusate.E poi c’ho quelle cose che sono un po’ tipo i target obiettivi generici di vita che possono essere quelli scemi che però secondo me sono quelli un pochino più importanti perché uno a forza di andare avanti nella quotidianità nelle cose normali della giornata si perde un po’. Che ne so ho detto quest’anno voglio fare tre viaggi fuori dall’Italia metti no? E so’ quelle cose che un po’ Tu dici all’inizio dell’anno, poi cioè non è che ti devi obbligare, non è quello il senso che però ti ricorda che quella cosa la volevi fare all’inizio dell’anno, ma te la sei persa a forza di fare la spesa, a forza di avere che ne so il condomino da pagare, a forza di quello invece secondo me ti dà un po’ lo stimolo per farlo e può essere pure, ad esempio la palestra no? Cioè tutti dicono ‘voglio andare in palestra’ poi però te lo devi porre come obbligo.
Nicola
[ 00:03:52 ] Secondo me, quella roba lì dei viaggi o comunque di porsi quegli obiettivi che ti perdi nella quotidianità è vero, è assolutamente vero ed è importante.Alain
È interessante effettivamente quell’equilibrio che devi avere fra il goderti il presente con questo tipo di obiettivi e il prepararti al futuro con i primissimi quelli che hai detto tu Vittorio. No, non è un equilibrio semplice
Vittorio
[ 00:04:17 ] No, affatto tante cose che vedo nelle persone soprattutto anziane che si pentono di aver fatto qualcosa che spesso non è dovuto alla propria impossibilità o alla sfortuna che hanno avuto cioè in tanti casi purtroppo sì, ma è stato dato dal fatto e me ne sto rendendo conto ora che divento un pochino più grande, che gli anni passano molto velocemente a certo punto no non lo puoi proprio più fare perché non c’è energia non c’è forza c’ha gli altri bisogni esigenze e forse se tu ti obblighi in qualche maniera lo fai e quindi in qualche modo l’organizzazione o la pianificazione chiamala come ti pare è anche un modo per alla fine magari sentirsi più realizzati avere una vita piena, diciamo in questo sensoNicola
[ 00:04:57 ] Più che piena una vita non buttata.Vittorio
[ 00:05:01 ] Ad esempio, a me c’è l’autore di Humble Dollar che si chiama Jonathan Clemens, è un blog bellissimo. Ora, questo momento… metterò una musica triste… però, qualche mese fa ha raccontato che gli è stato diagnosticato un tumore, che non è uno di quei tumori, “ah! Facciamo la camera radio terapia, funziona tutto”, no, cioè fra sette mesi sei morto e lui la cosa incredibile ha avuto la fortuna di avere una vita piena, cioè uno dice, ‘Vabbè, è finita così!’ Sbaracchi tutto, vai a puttane, ti butti col bungee jumping, cominci a sparare alle aquile, che ne so un campo da football, no! Invece lui aveva costruito la sua vita esattamente come voleva fosse costruita e lui non sta facendo nulla di particolarmente speciale, cioè nel senso sta continuando a fare quello che ha fatto negli ultimi anni, chiaramente con il dispiacere che ad esempio non potrà vedere non potrà sapere come saranno i suoi figli, dei problemi che potrà avere magari sua moglie e sta sistemando tutte le cose finanziarie che per fortuna ha avuto la fortuna di avere messo in ordine già da tempo. Svolge la sua giornata normalmente scrivendo sul blog, facendo vedendo cosa potrà come potrà continuare il futuro, magari è anche un processo di auto-convincimento, no? Però è bello che questa cosa. Il racconto che fa è che non si dispiace così tanto perché lo sa che è finita. Si dispiace certo, poteva avere più anni, ma fondamentalmente ha fatto quello che voleva fare. L’ha fatto anche tramite un processo di organizzazione.Alain
[ 00:06:19 ] Però diceva anche una cosa molto bella: se sei in una posizione diversa dalla mia dovresti pensarci ben prima di arrivare ad avere una diagnosi importante. Se odi il tuo lavoro sei infelice nelle relazioni, insoddisfatto delle tue finanze, tutte quelle cose lì devi pensarci prima. Devi lavorarci su. Sei annoiato dalla tua vita.Vittorio
[ 00:06:42 ] Si è quello il processo non ti dovrebbe porre sti paletti perché lo devi fare ora, non lo puoi fare domani e dopo domani oppure quando ti succede quello che fanno spesso tante persone che ci trovano nel momento agiscono, ma ormai è troppo tardi.Alain
[ 00:06:54 ] Vi butto lì un concetto, Net Present Value, che a me piace tantissimo, è un concetto puramente finanziario. Prendi i valori di cassa futuri, flussi di cassa futuri, gli attualizzi al presente, così puoi confrontarli con un eventuale investimento odierno. Però questa roba qua dovresti farla su tutto, secondo me. Quando pensi di farti, che so io la vacanza di un mese in bikepacking che è una figata, lo voglio fare, cioè è chiaro che se penso a farla a 80 anni diventa una tortura, no? Diventa una merda, non ha più il valore che avrebbe avuto oggi e quindi le esperienze decadono nel tempo. Tante esperienze che vuoi fare oggi devi farle veramente oggi o comunque nell’immediato, forzarti a farle ora, perché ad un certo punto non solo ci sono appunto le evenienze, le diagnosi un po’ nefaste; insomma, c’è anche il fatto che cambi: cambiano i tuoi gusti, cambiano le tue capacità.Vittorio
[ 00:07:48 ] Sì, anche a chi lo racconti, che hai fatto questa esperienza. A 35 diventa interessante, parlarne l’estate sotto l’ombrellone, a 80 mi sa che parli con l’ombrellone, se ci riesce ad arrivare.Alain
Ma voi siete già nella fase in cui guardate i cartelli funebri a vedere l’età?
Vittorio
No, io quello lo faccio da sempre, da quando ero bambino. Sì, io lo faccio sulle targhe in memoria dei caduti alle guerre e cerco i fratelli. Se tu vai nei paesini, spesso sono cugini, fratelli e poi scopri queste cose tristissime che ci stanno quelli della I guerra mondiale vedi un cognome, vai sulla seconda e vedi due che si chiamano lo stesso nome; probabilmente è il fratello di uno dei caduti che è tornato a casa, ha chiamato il figlio col nome del fratello, pure il figlio nella seconda, ma questo è malato.
Nicola
[ 00:08:33 ] Chiaramente ma lo fai in un senso diverso rispetto a quello che dice Alain. Io lo faccio con le persone famose su quando leggo che uno è morto leggo quanti anni aveva. Anche perché a delle volte dici ‘vabbè’. Ma questo qua poteva curarsi, poteva avere una vita decente’ e quando vedi che è morto, 80 anni, 82…Alain
[ 00:08:56 ] Vabbè 80, 82, è buono. Figa, Nicola ho capito che a Zurigo c’è l’aria buona. Però…Vittorio
Guarda la media italiana, eh?
Alain
Sì, no, ho capito però la media è fatta dei centenari, ma è fatta anche dei sessantenni che stanno a merda. Capito?
Nicola
[ 00:09:11 ] No. Cioè, la media, la media quella media lì è fatta dai bambini che sono cioè che muoiono. Certamente, certo. Cioè, nel senso che tu se arrivi a 60 hai un’ottima…Alain
[ 00:09:24 ] No, no sono d’accordo, l’aspettativa di vita è alta. Se tu sei a 60, a 80 hai un’aspettativa di vita, se non sbaglio, di 11 anni ancora, che è ottima. No, quello che dico è che se tu sei comunque a 40 anni e vedi una marea di persone che insomma, 60, 70 incominciano a mancare, perché dalle mie parti ne vedi tante. A me risulta, cioè è aneddotica, Io guardo gli annunci funebri, però…Vittorio
[ 00:09:45 ] Stai là a capire la media di quanto si campa là nel paese…Vittorio
Non ho raccolto i dati in un Excel, però comunque ogni volta che li vedo, a me cioè soprattutto quando sono vicino all’età della pensione, a me gira il cazzo, cioè pensare che questa persona magari ha ritardato una marea le sue cose belle per godersela in pensione, muore a 68
Nicola
[ 00:10:02 ] Il papà di un mio caro amico, cioè è andato in pensione e due anni dopo ha completamente perso la testa.Alain
[ 00:10:16 ] I miei nonni si sono sistemati per la pensione, hanno sistemato la casa dove era cresciuta mia nonna nel paese d’origine. La loro idea era di farsi gran parte del tempo là. L’hanno finito di sistemare, l’anno dopo mia nonna con l’alzheimer a palla, non sono riusciti a andare mai. L’hanno sistemata praticamente. Ci hanno dormito due volte in quella casa.Vittorio
[ 00:10:35 ] Però comunque ci sono già riuscito a quello appunto sì, no ho capito.Alain
[ 00:10:38 ] Cioè lui voleva farsi però la vecchiaia su giocare alle carteVittorio
[ 00:10:40 ] Ma perché siamo arrivati gli obiettivi a grattarci le palle?Nicola
[ 00:10:46 ] Io avevo uno uno spunto triste su questa cosa che mi fa venire tristezza. Questa settimana io devo fare gli obiettivi per il mio lavoro ed è uno step veramente che fa piangere, perché tanto poi cioè ormai sono vent’anni che la faccio sta roba e lo sai che comunque qualsiasi cosa metti giù e scrivi tanto poi alla fine dell’anno sarà qualcos’altro qualcosa di diverso. Ogni anno mi chiedo ma perché cazzo dobbiamo farla sta roba? E quindi niente, forse anche che non ci credo tanto.Vittorio
Perché tu lo associ agli obiettivi che ti impongono questa cosa.
Alain
[ 00:11:21 ] Però dicono che pianificare è un’attività molto importante, poi il piano lo butti. Pianificare è importantissimo, beh. Tante volte pensi alle cose da non fare, già solo quello è stato ti metti lì. Quest’anno il mio obiettivo di risparmiare 10 mila euro, quindi niente puttane.Vittorio
[ 00:11:42 ] Come quello del Sankey con 5k nelle Escort.Alain
[ 00:11:45 ] Eh bravo, bravo, pensavo a luiVittorio
[ 00:11:47 ] Ma se tu rifletti e ti scordi certe cose, evidentemente quelle cose non sono così importanti. Per negazione arrivi alle coseAlain
[ 00:11:53 ] C’è anche un altro fattore: il tuo controllo alla fine è molto limitato sulle cose, cioè alla fine puoi dire: ‘Vabbè, voglio risparmiare 10.000 euro ma poi ti rompi la gamba e non risparmi un cazzo.Vittorio
[ 00:12:03 ] Però intanto ci hai provato non so come dire, mentalmente forse ti predispone ad avere un piccolo obiettivo una piccola cosa così no? Anche il fatto di dire cazzo quest’anno devo pulire quella cazzo di merda.Nicola
Però lì puoi farlo
Alain
[ 00:12:18 ] Ecco, bravo Nicola, è la differenza fra sfera di influenza e di interesse no? A me interessa avere 10.000 euro in più perché voglio risparmiare 10.000 euro, però non è detto che riesci a farlo, perché non è esattamente tutto sotto il tuo controllo. Però hai ad esempio il controllo pieno di dire: ‘Voglio leggere 25 libri’ quindi quel tipo di azioni sono molto più controllabili ed effettivamente sono ottimi obiettiviNicola
Perché altrimenti poi entra al gioco la frustrazione, no? Se ti poni degli obiettivi e poi non dipendono totalmente dipendente da te, magari poi…
Vittorio
[ 00:12:51 ] Sì è pure vero che lí… tanti non se ne li sanno dare gli obiettivi, cioè nel senso tu parti che sei uscito dall’università, vabbè entro la fine dell’anno stipendio 300k, no sì, cioè stai fuori col bottino. Il tuo obiettivo dovrebbe essere trovo un primo lavoro interessante ad esempioAlain
[ 00:13:07 ] E neanche trovo in realtà non dovresti neanche dire trovo, dovrebbe essere boh, mando il curriculum a 50 aziende, faccio 10 versioni del mio curriculum.Nicola
[ 00:13:14 ] Quindi state dicendo che settare le mie aspettative guardando i sankey degli altri su Italia personal finance non è proprio così intelligente?Vittorio
[ 00:13:31 ] No, non credo faccia bene. Anche perché è fantascienza quella roba, quella è cioè sta in libreria tra il Signore degli Anelli Narnia.Nicola
[ 00:13:38 ] C’era qualcosa sul sadomasochismo secondo me anche in quelle cose …pratiche di autopunizione. Nel leggerlo sicuramente, nel farli ma anche nel pensarli!Alain
[ 00:13:50 ] Vabbè butto lì un altro spunto: secondo me il sacrificio è un costo soggettivo. Tante volte uno si dà un obiettivo no e l’obiettivo implica una certa quantità di sacrificio tipo boh voglio risparmiare 10.000 euro vuol dire che devo rinunciare, appunto alle escort.Vittorio
Che è il budget medio di un uomo, chiaramente
Alain
Beh non lo so, io l’ho visto nei Sankey di Italian Personal Finance, è il mio unico punto di riferimento.
Nicola
[ 00:14:17 ] La roba assurda è che questo è un riferimento che abbiamo solo noi tre, cioè non ce l’ha nessuno.Alain
[ 00:14:22 ] Metteremo nelle show notes anche il Sankey di cui parliamo; però appunto ogni sacrificio è soggettivo, perché… Che ne so se mi puntano la pistola alla testa e mi costringono a fare una maratona, per me è una merda, è un incubo quella cosa lì. Ma magari se ho voglia di allenarmi potrei anche decidere di fare una maratona e sarebbe anche una bella esperienza, no? Ciò è molto soggettiva il modo in cui si vive un sacrificio.Vittorio
[ 00:14:46 ] Sì, è anche vero che se te la devi porre in una maniera così, ciò secondo me, devi essere anche a un certo punto abbastanza adulto da superare la fase di grande pigrizia e rendersi conto che alla fine incominciare a fare qualcosa piuttosto che stare fermo sul divano. Non fare una sega è sempre meglio fare qualcosa che non fare proprio nulla, anche perché poi quando non fai nulla non ti godi, finalmente ah, non sto a fare niente è sempre una cosa filosofica che è epicureismo mi sembra. Eh sì, sì Nicola, però ti sento un po’ spento, perché?Alain
[ 00:15:14 ] Ah, non hai detto molto eh no?Nicola
[ 00:15:17 ] Ma no, ma perché no ho contribuito alla puntata come avete contribuito voi,Alain
Sì, vabbè, vabbè. Insomma, dai, dai, puoi fare un po’ di più, eh.
Nicola
Vabbè, è arrivato quell’altro.
Vittorio
[ 00:15:28 ] Scusa, non ti sepò di mai niente, però non è che te la devi prendere, però eh, cioè.Alain
[ 00:15:32 ] La scaletta la scrive Vittorio male, alle prostitute ci penso io, cioè.Vittorio
[ 00:15:39 ] Vabbè, rispondi almeno, cioè.Nicola
[ 00:15:41 ] No vabbè, allora no, no va bene, allora cioè mi ha scritto RiccardoVittorio
[ 00:15:44 ] Vabbè, vai no vai, che ti ha scritto perché ti deve chiedere l’ennesima scaletta, un consulto di cose che non sa capire, non legge.Alain
Fai così, chiama solo le 24 ore dai eh, bravo, bravo, fatti fatti fatti fare associare i tuoi bei co-conduttori.
Vittorio
Vediamo come va e poi altri due, un altro, dai.
Nicola
[ 00:15:57 ] Ma guarda che lo faccio, eh, guarda che lo faccio, cioè. Non mi sfidateVittorio
[ 00:16:03 ] Ma dove vai, ma che bello, chiami solo le 24 ore e fai intervista con Barisoni, ma fa la finita, dai. Ma che cazzo stai a dire.Nicola
[ 00:16:09 ] Sono andato in concessionaria, ho trovato un’offera strepitosa, mi hanno permesso di rottamare i miei due co-conduttori Vittorio ed Alain con un ospite veramente speciale, come direbbe Barry Rittles nel suo master in business, ho il piacere di presentarvi il giornalista e conduttore nonché caporedattore di Radio 24 Sebastiano Barisoni dove ti troviamo oggiSebastiano Barisoni
[ 00:16:26 ] Beh io sono in questo momento nella redazione milanese del Sole 24 ore e di Radio 24 di cui faccio il vice direttore esecutivo, eh! Conduco anche il programma Focus economia tutti i giorni dalle 17 alle 18. 30, sono in radio dall’inizio dal 4 ottobre ’99. Noi abbiamo festeggiato quest’anno i 25 anni e ho percorso le varie tappe; ho sempre condotto un programma in radio e poi, nel frattempo, ho percorso anche le varie tappe per quello che riguarda la diciamo gerarchia interna, vice capo servizio, capo servizio. poi Vice Direttore, Vice Direttore esecutivo. Quindi, con la delega all’organizzazione interna e alla linea editoriale della radioNicola
[ 00:17:14 ] Vorrei tornare un po’ però all’inizio della tua esperienza, perché mi pare di aver capito che tu hai iniziato da Bloomberg, giusto?Sebastiano Barisoni
[ 00:17:20 ] Sì, ho iniziato prima alla Università di Firenze dove ho fatto l’università, poi alla Scuola di Giornalismo di Milano dove ho conseguito il praticantato e quindi poi fatto grazie a questo ho fatto l’esame da professionista. Poi mi sono spostato a Londra alla Bloomberg Television che nasceva in quegli anni, e poi da Londra sono tornato a Milano circa tre anni dopo perché nasceva Radio 24.Nicola
[ 00:17:45 ] È come è stato lavorare per loro, cioè entrare in una cultura che penso fosse una cultura soprattutto lavorativa che penso fosse diversa allora.Sebastiano Barisoni
[ 00:17:54 ] La Bloomberg aveva l’impostazione, parlo passato perché non so quanto sia cambiato, molto americana nel senso che intanto è stata molto importante per me, perché l’esperienza di una corporate quindi di un grande gruppo editoriale è sempre molto utile perché ti abitua a ragionare anche nelle logiche di chi gestisce migliaia di dipendenti e centinaia di giornalisti. Quindi esci un po’ da una dimensione più nazionale. In secondo luogo noi eravamo tanti team di diverse nazioni. Quindi c’era il team italiano, quello spagnolo, tedesco, francese, inglese. Anche questo è un confronto interessante e ti abitua a procedure e processi interni che magari prima io sottovalutavo, perché le corporate per loro definizione sono anche abbastanza burocratiche, per quanto snella possa essere una corporate americana.Facciamo la differenza nella vita quotidiana è che mentre in Italia l’orario di lavoro è sempre aleatorio, gli americani erano molto sorpresi che da noi fossero 7 ore e un quarto il contratto giornalistico, gli dissi sì, 7 ore e un quarto sulla carta, perché poi ne fai molto di più, mentre il loro atteggiamento è l’italiana di dire 7 ore e un quarto, però poi ti chiedono di fermarti di più, l’orario diventa variabile. L’altra cosa invece molto diversa era il numero di ferie: gli americani, noi avevamo un contratto da corrispondenti americani a Londra, quindi eravamo sottoposti al contratto americano, non a quello britannico; gli americani hanno un numero di ferie bassissimo rispetto all’Europa. In America la Bloomberg dava una settimana, a noi ne concedeva due all’anno, che era già un’eccezione, e questo oggettivamente, per un modello di lavoro più europeo e italiano, ha rappresentato anche un punto critico per molti di noi, perché anche due settimane di ferie all’anno, se poi risiedi all’estero, sono poca cosa
Nicola
[ 00:19:38 ] Beh no sì sì immagino ma e quindi dicevi poi sei passato a Radio 24 quando l’hanno lanciata cos’è che ti ha convinto di quel progetto?Sebastiano Barisoni
[ 00:19:47 ] Io ho fatto carta stampata al Corriere e all’agenzia di stampa Radio Corp, avevo fatto appunto televisione come Anchorman alla Bloomberg non avevo mai fatto radio e quindi mi incuriosiva molto anche il mezzo. Interessava molto il fatto che fosse un progetto del solo 24 ore quindi oggettivamente per essere onesti nessuno immaginava il successo che avrebbe avuto Radio 24 quando siamo partiti l’obiettivo era raggiungere più o meno gli ascoltatori, cioè i lettori del sole 24 ore quindi si stimava un ascolto intorno a mezzo milione di persone mentre noi già dalla prima rilevazione andammo al milione e adesso siamo due milioni e mezzo.Nicola
[ 00:20:24 ] Ma, ad esempio, il concetto io mi ricordo all’inizio quando l’hanno lanciato, cioè il concetto di radio senza musica, ci credevi?Sebastiano Barisoni
[ 00:20:31 ] È stata una scommessa, sì, c’erano dei modelli che avevamo guardato, avevamo guardato il modello di France Info, che però sono solo notizie e niente programmi era una grandissima scommessa. Molti poi legando il nome al solo 24 ore dicevano anche: ‘Ah, sarà una radio ascoltata da pochi’. In realtà, poi la radio è molto cambiata negli anni. Abbiamo eliminato alcuni programmi più tra virgolette pesanti; abbiamo reso più radiofonici e radiogenici i programmi e la conduzione, meno ingessata, meno RAI o BBC, e questo ha portato anche una radio più fruibile nell’ascolto.Nicola
[ 00:21:05 ] Forse legato a questo visto che appunto c’è un pubblico molto grande: qual è il tuo segreto, per spiegare l’economia che è un tema più per addetti ai lavori ad un pubblico più generalista?Sebastiano Barisoni
[ 00:21:18 ] Se tu riesci a entrare in empatia con i tuoi ascoltatori, è chiaro che nessuno sa chi nessuno può sapere né chi ti ascolta a quell’ora, perché abbiamo dei profili ma sono molto generici. Poi magari uno ascolta il lunedì non ascolta il martedì; chiaro che per entrare in empatia cerchi di entrare in empatia con l’ascoltatore che ne sa meno, per due motivi: il primo perché quella è la differenza, se tu parli agli addetti ai lavori, uno si sente automaticamente escluso; secondo perché io ho visto che anche se spieghi le cose con linguaggio semplice, magari gli addetti ai lavori già conoscono il tema, se lo riascoltano e quindi non perdi chi conosce già il tema, ma allarghi a chi il tema l’ha sempre ritenuto ostico. Il segreto poi è non avere quella che si chiama in sociologia il complesso del declassamento simbolico, cioè molti hanno paura che parlando un linguaggio semplice e traducendo in maniera anche un po’ grossé concetti complicati, uno possa essere possa sembrare non competente nella materia; è un po’ La sindrome che prende i medici quando non riescono mai a spiegare una cosa se non usando termini molto scientifici, allora lì bisogna capirsi, è chiaro che medicina è una cosa, ma in economia e finanza secondo me tu puoi perdere un po’ di precisione ma aumenti il pubblico e aumenta la comprensione, quindi aumenta il pubblico che può comprendere. Se non hai paura di essere considerato troppo basso come linguaggio, che è una paura solo soggettiva, questo diventa una chiave di successo: è chiaro però che, per fare una traduzione inversa, cioè passare dal complicato al semplice, devi conoscere bene la materia, cioè una traduzione a mio figlio o a mia madre posso spiegare qualcosa se io l’ho capita. Quindi c’è un equivoco di fondo: non è che chi ti spiega una cosa semplice è perché abbia capito solo alcuni concetti in maniera approssimativa, è l’opposto. Molte volte, chi si trincera dietro frasi tecniche e specifiche è perché non sa tradurle. Se tu hai capito bene un concetto riesci a tradurlo anche in maniera semplice.Nicola
[ 00:23:18 ] Concordo, anche se è sempre una sfida: ecco quella di riuscire a sí a semplificare i concetti. Invece parlando di un po’ di dove sta andando adesso Magari la comunicazione c’è questa contrapposizione tra contenuti short e long form o anche video piuttosto che audio. Se tu pensi che il pubblico si stia spostando verso certi canali, quanto bisogna assecondare questa cosa o quanto forse è una problematica del creare dei contenuti validi che poi il pubblico vuole ascoltare vedere? Quanto vuoi vuoi assecondare quanto vuoi dirigere diciamo il pubblico?Sebastiano Barisoni
[ 00:24:08 ] Allora dunque noi vediamo due cose: la radio, a differenza della televisione, della carta stampata, ha ricevuto un vantaggio dai nuovi media, dei social media. Dico sempre con una battuta, finché non vi sarà la macchina che guida da sola, è molto difficile che tu possa sostituire la radio. Intanto perché il grosso del nostro pubblico, che è un pubblico che è in movimento, ma anche per il resto del pubblico, il vantaggio che noi abbiamo avuto rispetto agli altri media è stato la possibilità di ascoltare in streaming e in podcast i programmi ha ampliato i canali di accesso. Io ho molti ascoltatori che vivono in Canada, in Brasile, negli Stati Uniti e ascoltano Focus Economia quando si svegliano in podcast, semplicemente con 7-8 ore di ritardo. Abbiamo molti ascoltatori che lo ascoltano in streaming quindi per noi è stato un amplificare le possibilità d’ascolto. Mentre prima era solo ci doveva essere una radio accesa che fosse in casa, che fosse in macchina, ma dovevi averla accesa. Adesso tu puoi o ascoltarlo in differita via podcast o ascoltarlo con un device che ti è più comodo via streaming. e quindi per noi questo è stato un amplificare le possibilità d’ascolto. Poi c’è tutto il tema dei podcast originali, cioè di tutti i podcast che noi produciamo e non vanno in onda. Quindi diciamo non sono programmi trasferiti su podcast e lì è chiaro che un po’ diverso perché, mentre il programma trasferito su podcast de facto è la versione integrale messa su podcast con pochi accorgimenti, quando facciamo un prodotto dedicato proprio ai podcast in quel caso noi dobbiamo ragionare con un linguaggio più da podcast. Perché non basta dire il programma che ti ascolto in un altro modo, ma noi vediamo anche un grosso ritorno su questo il canale podcast inizia a essere un canale interessante anche dal punto di vista dei ricavi pubblicitari non può certo sostituire la raccolta che viene fatta ancora dalla tabellare però iniziamo a avere dei numeri interessanti anche sulla quindi sulla capacità che ha, che hanno i podcast di mantenersi e di produrre anche ricavi.Nicola
[ 00:26:24 ] Se da una parte si vuole fare un contenuto che richiede molta ricerca è difficile poi seguire la cadenza giornaliera della di quello che poi la programmazione radiofonica che chiede. Probabilmente quindi avete due due canali diversi, no quel contenuto con un più alto livello di produzione vanno magari direttamente su podcast.Sebastiano Barisoni
[ 00:26:27 ] Chiaro che il podcast, da questo punto di vista, è più verticale. Quindi è ovvio che noi facciamo anche dei podcast mirati sui temi che possono essere ambiente, l’agricoltura, il digitale. Ho capito cosa dici, sono d’accordo. In quei casi, è difficile metterli in onda nel senso che sono oggettivamente molto molto segmentati. Ma è per questo che oltre a esserci podcast, diciamo che banalmente sono i programmi andati in onda. Abbiamo una produzione molto alta di podcast, molto verticali, molto mirati su alcuni segmenti, in alcuni casi dove c’è anche una partnership con alcuni clienti che chiedono un podcast, ad esempio educazione finanziaria o altro, quella è una cosa che può andare solo in podcast, sono d’accordo.Nicola
[ 00:27:10 ] Riprendendo anche un’altra persona che seguo, lavora da Bloomberg si chiama Kyla Scanlon e mi è venuta in mente perché sentendo una delle puntate che avevi fatto prima delle elezioni avevi nominato tu anche la Vibe Session, penso sia stato un termine che aveva creato lei. Una ragazza giovane che però lavora già adesso a Bloomberg e Bloomberg l’ha assunta per spiegare l’economia alle persone della sua generazione. Forse la vedo un po’ troppo da fuori, ma non mi sembra che ci siano così tante opportunità in Italia o che vengano date questo tipo di opportunità alle persone giovani, cosa ne pensiSebastiano Barisoni
[ 00:27:51 ] Da un lato le opportunità un giovane se le deve anche cercare dall’altro lo sappiamo tutti che questo non è un paese per i giovani. Però io sono sempre un po’ scettico sulle resistenze così insuperabili, per carità ci sono. Non è un paese in cui i giovani vengano valorizzati molto, ma io penso che se poi uno insiste ed ha una idea di successo ce la possa fare comunque.Nicola
[ 00:28:12 ] Cioè, è una questione di essere più proattivi che cercare…Sebastiano Barisoni
[ 00:28:21 ] Eh non vorrei che diventasse quello che non vuol giocare la partita e dice che l’ha già persa. Cioè, non sto negando le difficoltà: è un paese che nei giovani… però io ho iniziato a condurre un programma di finanza personale e risparmio gestito che avevo 32-33 anni, ero giovane, non è che l’età poi abbia impedito di diventare autorevoli o credibili.Nicola
Vedo che conduci una rubrica che si chiama “La classifica degli sprechi”.
Sebastiano Barisoni
È uno spin-off che adesso andrà in onda all’interno di Focus Economia, mi sono inventato questa cosa che è la classifica degli sprechi della pubblica amministrazione, cioè quanto il denaro pubblico viene sprecato o rubato.
Nicola
Non trovi che sia magari un argomento che va magari un po’ troppo alla pancia dell’ascoltatore piuttosto che alla testa, diciamo.
Sebastiano Barisoni
Ma tu non prendi gli ascoltatori con la testa, li prendi anche con la pancia. Nessun programma prende gli ascoltatori con la testa, un programma non è un saggio, non è un tutorial: il programma è qualcosa che deve scaldare, la radio, come McLuhan diceva e tu sai, è un mezzo caldo, non è un mezzo freddo. Tu vuoi allontanare l’ascoltatore fai un programma tutto asettico senza tirare dentro la pancia. Infatti ogni tanto qualche ascoltatore mi scrive: “ma lei non dovrebbe commentare, dovrebbe solo dare le notizie”. Sì, dico bravo! A parte che non mi dici tu cosa fare, nel secondo luogo se facessi così sarei tranquillamente sostituibile dall’intelligenza artificiale fra qualche anno. Un bel elenco di notizie date in maniera asettica. L’ascoltatore quello che vuole è l’interpretazione della notizia. La notizia ce l’è anche lui gratis sul telefonino, quello che gli manca come valore aggiunto è il commento, l’interpretazione, tra virgolette la consulenza sulla notizia, non certo la notizia in sé. La notizia ormai non è più come 15 anni fa o 20 anni fa in cui ce l’avevano solo i giornalisti, le agenzie; ormai è una commodity, Ce l’hanno tutti le notizie quindi la differenza la fai tra un programma che dici va bene è una carrellata di notizie date in maniera asettica, impersonale e senza nessun coinvolgimento e invece, come recita il nostro claim, far sentire la passione. La passione si sente.
Nicola
[ 00:30:28 ] Allora grazie Sebastiano per il tuo tempo.Vittorio
[ 00:30:32 ] Intervista, modesta, torna da noiPosta del cuore
Alain
[ 00:30:42 ] Pensavate che non c’eravamo in questa puntata; invece, eccoci qua.Questa domanda ci viene da Karate Kid, un nick che mi piace.
Ciao, ho 24 anni e ho iniziato da quasi un anno ad investire in pac su Trade Republic. Attualmente la mia asset allocation è un 90% stocks, 10% bonds. In particolare la parte stock è così suddivisa: 80% MSCI world, 10% SP500, 10% EIMI. Da qualche mese mi sto informando sul factor investing e hanno catturato la mia attenzione i fattori di quality e value. Questo in particolare abbinato alle small cap. Secondo voi, sto andando in overthinking o vale la pena arricchire la mia asset allocation?
Ringrazio in anticipo la Triarchia
Vittorio
[ 00:31:36 ] Faccio veloce, cioè che prima di tutto c’ha 24 anni quindi direi che è abbastanza sveglio e ha già fatto molto di più di quanto hanno fatto tante altre persone per quell’età. Ma sta sì un po’ andando in full pip mentale, cioè ci sta che magari uno ci pensa a queste cose però già la scelta che sta facendo ora è un po’ stramba perché l’S&P 500 va a sovrapporsi un po’ con l’indice globale, perché alla fine ormai è arrivata mi sembra al 70% degli Stati Uniti sul MSCI. Quindi se avesse voluto sovrappesare meno gli Stati Uniti sarebbe convenuto fare utilizzare 3 ETF, cioè l’SP500 magari uno sullo Stoxx e uno sull’EIMI. In genere mi sembra si faccia 60-30-10 o una cosa della proporzione del genere, mi sembra. Però quella pure è una scelta in cui tu ritieni di avere più capacità di comprensione del mercato e di come si sta evolvendo il mercato azionario globale, io sono più dell’idea che uno prende e segue quello che succede se ci crede ovviamente. Quella cosa se no puoi provare a equilibrare un pochino di più soprattutto magari sulla valuta e il punto è cosa ci ha messo in quel 10% di bond perché in genere c’è Global Aggregate che a me non è che mi fa impazzire. Cioè si può usare qualcosa di meglio forse.Nicola
[ 00:32:51 ] Boh sì, secondo me il problema di guardare al Factor Investing quando ha iniziato solo da un anno temo che sia più, non per conoscenza pura ma per qualche moda o cose lette cioè il problema dei fattori che comunque hanno un tracking error molto alto rispetto agli indici, cioè si muovono a volte in maniera molto in maniera diversa e quindi magari tu leggi sul giornale che le azioni hanno fatto chissà che cosa e te ti ritrovi a aver fatto molto meno e questo può durare anche per decine di anni e quindi se uno non è preparato a fare queste cose qua rischi che poi appunto è la classica cosa che vendi nel momento sbagliato non ci credi più dici ma perché l’ho fatto. Alla fine sta iniziando non penso ci sia tutto questo grande upside.Alain
[ 00:33:52 ] Probabilmente una volta che stai considerando i fattori, sei già nella parte di ritorni in diminuzione, ogni singola complessità che aggiungi ti aggiungerà un valore marginale minore di quello che hai già costruito col tuo portafoglio. Come diceva Vittorio, sì anche io riguarderei un attimino quel portafoglio perché effettivamente SP500 e MSCI si pestano un po’ i piedi, però stai messo bene se ti piace il tema e vuoi approfondire approfondisci con calma.Vittorio
[ 00:34:18 ] La cosa che io consiglio di investire un po’ di tempo è quello di capire quando avrà un capitale un pochino più decente, diciamo 10k su quale broker mettere questo tipo di investimenti perché secondo me Trade Republic diventa limitante insomma e bisogna capire peraltro se utilizza quelli derivati, quelli frazionati perché a quel punto diventa un po’ la noia, probabilmente dovrai venderli e dovrai trasferire la liquidità sul nuovo broker o che altro è ricostruire il portafoglio però non avendo più il prezzo di carico originario che magari era più emotivamente diciamo interessante.Alain
[ 00:34:56 ] Domanda da Davide.Ciao ragazzi, ho ricevuto una mail da Fineco nella quale dice sostanzialmente che nel mio conto trading verrà introdotto l’articolo ex-118bisTUB. Penso che sia la roba antimafia, sì sì lo arrestano. Da quel che ho capito dovrebbe tutelare in caso il benchmark crollasse. Potreste fare chiarezza durante le puntate del podcast o in questa mail?
Grazie.
Vittorio
[ 00:35:21 ] Allora essendo un pazzo io mi sono andato veramente a leggere, sono andato su finanza online e ho trovato uno che lo spiegava molto bene. Da quel che ho capito, consiste nell’inserimento di un indice sostitutivo nei documenti, nelle formule, nelle cose, e nel caso il benchmark originario del fondo o del prodotto finanziario cessasse di esistere oppure venisse modificato in maniera sostanziale nel corso del tempo. In sostanza, è come creare una sorta di backup del benchmark del riferimento del prodotto finanziario, cioè ad esempio facendo un esempio un po’ più pratico nel caso degli sconfinamenti, ad esempio il conto corrente o sul fido. Si paga l’Euribor a un mese più 8,95 per cento. Questo nuovo articolo dice: se fallisce l’Euribor, qual è l’indice di riferimento? Me lo devi scrivere e segnalare perché nel caso scompaia tu non è che poi fai come cazzo ti pare e ci inserisci quello che ti piace a te. Il cliente deve averlo chiaro limpido e trascritto là. Il problema è chiaro: se decade un indice così grande come Euribor, la Banca Fineco che cazzo ne sa cosa se lo sostituirà. In molti casi non esiste proprio un indice sostitutivo a quello del benchmark quindi diventa un problema molto bancario. Diciamo.Alain
[ 00:36:34 ] Ma immagino che questa cosa qui abbia dei risvolti pratici soltanto per quegli indici che so’, settoriali, tematici ultra specifici.Vittorio
[ 00:36:44 ] No ma mi sa che in realtà vale per i mutui per queste cose qua, molto di più.Nicola
[ 00:36:49 ] Ti dico tutta la storia nel senso che il discorso è che una volta c’era l’Ibor e l’Ibor, che è il tasso interbancario praticamente. Sostanzialmente, come facevano a stabilire l’Ibor? Chiamavano. C’è un panel di banche. Adesso non mi ricordo quante ne fosse la British Banking Association, BBA, chiamava questo panel di banche ogni mattina, sempre le stesse, sempre alla stessa ora e gli diceva: ‘Qual è la quotazione che fate sull’euro?’ C’era per tutte le valute. Quindi poi, loro e praticamente era come le competizioni delle Olimpiadi della ginnastica: toglievano il voto più alto, toglievano il voto più basso e facevano una media di tutti gli altri. Tutte queste banche qua ad un certo punto i trader che davano questi, questi valori si accorgono che alla fine la banca, appunto perché sull’Ibor erano apprezzati tutti i mutui, tutti i derivati, un bottone di robe, un paio di questi si mettono d’accordo e dicono: ‘in base a com’è la posizione della mia banca in quel momento, lì voglio dare un valore più alto o più basso?’ e quindi magari giocavano appunto o ad alzarlo o abbassarlo e ogni volta la banca guadagnava di più. Adesso la sto banalizzando. C’è un libro che si chiama ‘The Spider Network’ che la racconta molto meglio di come l’ho raccontata io. Fondamentalmente, un sacco di gente è andata in galera per questa roba qua e hanno deciso di smantellarlo l’IBor.’ Invece l’Euribor è uno dei pochi tassi che è rimasto ancora in piedi e quindi memori di questa roba qua hanno dovuto creare appunto questi backup e hanno dovuto ricambiare tutti i contratti perché fondamentalmente nei contratti vecchi penso nessuno se la sarebbe mai pensato che l’Ibor sarebbe sparito e quindi la definizione è quella dell’Ibor. Poi o magari c’era questa roba qua è legata all’ibor oppure ad un indice per cui ci mettiamo d’accordo io e te le due parti del contratto e ne troviamo un’altra. Invece adesso se andate a guardare probabilmente anche se andate a guardare il contratto del mutuo che avete c’è una pagina intera di solito in cui dice se l’Euribor non funziona più allora si usa questo se questo non funziona più allora ce ne sono tre o di solito sono almeno tre che funzionano a cascata in modo che ci sia sempre qualcosa e più c’è ci sono poi tutti i corollari del tipo ah se non viene quotato oggi allora prendiamo il valore di ieri però se non viene quotato per tipo cinque giorni di fila allora… è un casino. Però purtroppo io me ne sono dovuto studiare queste robe qua.Vittorio
[ 00:39:38 ] Vabbè, immagino che serva sempre per non avere quei periodi di indeterminatezza tra la fine di qualcosa e l’inizio di un nuovo sistema che deve essere ricostruito e per evitare che si fanno rapporti uno a uno, anche in rapporti magari. C’è una banca che parla con il mutuario, non è esattamente lo stesso rapporto di forza.Nicola
[ 00:39:57 ] No, no, ma il discorso è che essendo un contratto, in teoria devi avere tutto per iscritto, perché altrimenti poi finisci in una zona grigia e nessuno sa più cosa fare. Però, alla fine non so nemmeno perché ci sono arrivati adesso in Italia, perché questa roba qua è in giro.Vittorio
[ 00:40:15 ] Ma credo che sia una cosa dell’Unione Europea, temo.Cazzabubbole
Nicola
[ 00:40:19 ] Questo è il momento di cazzabubbole.Non so come mio fratello ha appena rifatto tutte le vetrine di Harrods. 38 vetrine di Harrods le ha rifatte tutte lui. Ho visto le foto è una roba della Madonna. E no, la roba seria è il documentario su Martha Stewart su Netflix, perché secondo me fa capire un po’ di cose al di là del discorso di Martha Stewart. Non vi spoilero la storia se non la sapete, comunque la prima cosa è che comunque lei è diventata è stata la prima self-made billionaire negli Stati Uniti. Però per arrivare lì lei era una che lavorava lavoro lavoro ossessionata dal lavoro. Non ho mai avuto delle relazioni molto significative al che quando è finita in prigione il tipo con cui stava ai tempi ha praticamente sfanculata. E questa cosa mi ha fatto venire in mente anche un caso molto più vicino a noi, cioè quello di Chiara Ferragni e di come sostanzialmente alle persone, soprattutto ai maschi, stia sul cazzo il fatto che una donna possa avere successo. Al di là del fatto che sia… ognuno di noi può avere un’opinione su di lei, però fondamentalmente quello che secondo me anche il discorso che è successo con lei, cioè il discorso lì della beneficenza dei panettoni. Alla fine è tutto un mondo in cui un sacco di gente ci mangia perché… ne so la Croce Rossa, il 90 per cento di quello che è donato alla Croce Rossa viene buttato in stipendi, di altri, o non arriva poi alla fine il fatto secondo me, che che che sia montata questa roba qua è parecchio legato al fatto che lei è una donna e come appunto Marta Stewart. Martha Stewart è finita in carcere perché il procuratore degli Stati Uniti in quel momento lì doveva trovare un capro espiatorio. C’era un periodo di scandali nella finanza e fondamentalmente l’hanno mandata in galleria, perché lei dicevano aveva fatto insider trading per 45 mila dollari, cioè sei miliardaria. Comunque è bello secondo me è fatto bene, una storia interessante, poi c’è tutta la parte in cui lei diventa amica di Snoop Dogg, che anche quella è figlia.
Vittorio
[ 00:42:53 ] Io consiglio un’altra serie di Netflix che si chiama Tutto Chiede Salvezza. Vi faccio l’incipit dei primi dieci minuti, quindi non sto spoilerando un cazzo. Un ragazzo va a una serata in discoteca a base di alcol e cocaina, torna a casa e succede qualcosa. Il giorno dopo si risveglia in un servizio psichiatrico diagnosì e cura si chiama SPDC perché è stato sottoposto a un TSO obbligatorio. E sostanzialmente si scopre che soffre di vari un tipo grave di depressione, ha sofferto di allucinazioni e lui deve stare là una settimana per essere sottoposta a delle cure per i trattamenti psichiatrici per vari tipi di disturbi mentali. E si trova chiaramente attorno a lui tutta una serie di personaggi che soffrono di disturbi mentali di vario tipo. Allora la serie non è assolutamente perfetta, è molto italiana come diceva Stanis in tante cose con attori che un po’ si nota lo stacco fra attori un pochino più bravi e ad altri più giovani. Ci sono riprese un po’ così tipo la classica risata, tipo non so se avete presente la scena finale del Ritorno del Re quando tutti gli Hobbit vanno verso il letto con Frodo sorridente, sembra una cosa imbarazzante che tutti i ridono… ci sono un po’ di quelle scene là, però, al netto di questo c’è Federico Cesari, bravissimo, e la serie è molto toccante, molto, molto forte e è molto difficile non commuoversi perché ti fa sempre capire che comunque anche… cioè sei nato in Italia, sei nato nel periodo giusto, sei nato in un paese ricco e comunque sei fortunato perché stai bene di salute, stai bene di salute mentale e ci sono sempre più gradini nella vita di fortune che uno non si rende conto e comunque molto forte e devo dire che alcune scene sarebbe stato meglio prendere un cazzotto nello sterno da Tyson che vedere la puntata e io consiglio a tutti di vederla.Alain
[ 00:44:45 ] Io è da un po che voglio consigliarvi questo canale YouTube si chiama Not Just Bikes non parla solo di biciclette, parla soprattutto di urbanistica; sostanzialmente il problema della mobilità è un problema di organizzazione degli spazi, l’infrastruttura che costruisci ha un impatto enorme sulla vita delle persone in città, come anche nelle periferie, nelle province, tutto quello che sia. Trasporti pubblici, infrastrutture sono fondamentali e soprattutto per chi è meno fortunato: non tutti abbiamo la possibilità di procurarci una bella macchina, tipo la Panda del 2006. Vi consiglio in particolare una puntata su quelle che sono le previsioni di questo canale sull’impatto dei veicoli a guida autonoma che sembrano una promessa fantastica ma, analizzando la storia passata, potrebbe non essere così fantastica.Cliffhanger incredibili. Se no non cliccate!