In questa puntata di Too Big To Fail, il podcast di finanza più seguito dalle donne (3, ciao mamma!) parliamo di finanza al femminile con Bianca Bonetti. Eh sì, perché finanza è sostantivo femminile cari miei! Poi basta ospiti solo maschili, dai!
I consigli di oggi:
Vittorio: YouTube di Ramit Sethi
Nicola: Damsel in Distressed di Dominique Mielle
Alain: Invisibili di C. C. Perez
🎺 LA PROMO
Anche oggi ti abbiamo consigliato bei libri. Lo sai che puoi ascoltarli in macchina dal venerdì al mercoledì con Audible? Vuoi altri referrals? Dai, Facce campa’!
Cose nominate (forse):
- Bianca Bonetti
- Boys Will Be Boys (Abstract)
- Sister Founders
- Sciopero delle donne
- Come funzionano i fondi pensione integrativi
- Compensazione Minus e Plusvalenze
🫵 TooBiggie, abbiamo bisogno di te:
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Se non ti basta ascoltarci, leggici: The Italian Leather Sofa, Salto Mentale e Finanza Cafona.
Oh, e ascolta tutto fino alla fine oppure ti facciamo andare a cena con Jovanotti e poi pagate pure a metà.
Ascoltalo qui:
Trascrizione della puntata
Ebbene sì, c’è chi si è smazzato la sbobba per te pur di permetterti di cercare al volo se abbiamo nominato Cicciolina. Chi è quel santo? Clipto, che spacca i culi nel trascrivere audio in testo, anche in italiano. E non lo diciamo perché ci pagano l’obolo se ti abboni. O forse sì? Puoi scoprirlo nella settimana di prova. Ora bando alle ciance altrui e passiamo alle ciance nostre.
Vittorio
[ 00:01:13 ] Chi parla di soldi è quasi sempre un uomo. Guardate questo podcast, tre maschi etero basici, anche poco basici a volte. Non è che siamo poi noi italiani vale un po’per tutto il mondo e questo è un immenso problema perché più di metà della popolazione è come esclusa da un tema così importante come quello del denaro. Essendo la comunicazione finanziaria dominata da uomini i consigli sono ovviamente tarati sugli uomini. Del tutto casualmente ciò causa una repulsione di massa nelle donne per i temi finanziari. Credo sia affascinante anzi crediamo sia affascinante vedere anche l’altro lato della barricata come viene affrontato il tema dei soldi dalla parte femminile? Quali sono i problemi che noi uomini non affrontiamo e che probabilmente neanche pensiamo possano essere significativi? come si può fare una comunicazione finanziaria trasversale? Proprio per questo l’ospite di oggi è Bianca Bonetti che magari ci può illuminare sul tema perlomeno con la sua esperienza. Ciao Bianca!Bianca
[ 00:02:24 ] Ciao aiuto che bella introduzione. Beh intanto grazie mille per l’invito a partecipare stasera. Mi chiamo Bianca, sono di Milano, 33 anni, vivo in Svizzera dove ho studiato e fatto la mia carriera professionale. Lavoro nel mondo del private equity e ho lavorato tanti anni nel venture capital, in particolare nei mercati emergenti. Quindi, sono specializzata nell’aiutare la costruzione di realtà imprenditoriali. Adesso, da poco è iniziato questa avventura in private equity e vediamo come andrà. Mi sta piacendo molto. Sono anche ex-atleta, quindi ero in nazionale italiana e ci tengo molto a dirlo, perché secondo me comunque lo sport ha un ruolo molto importante nella Crescita o nell’apprendimento delle soft skills di una persona.Vittorio
[ 00:03:23 ] Senti chiaramente qua noi non parliamo di sci ma di soldi; ci interessa molto capire come funziona un po’ dalla parte femminile e e la cosa interessante è che moltissimi dei nostri ascoltatori ci scrivono spesso e volentieri del rapporto conflittuale che hanno le proprie fidanzate, le proprie mogli proprio con il concetto del denaro. Tu credi che esista un qualche sorta di conflittualità nel mondo femminile oppure è dovuto a un fattore culturale, un fattore di come vengono esposti certi temi?Bianca
[ 00:03:51 ] Guarda, io sono cresciuto una famiglia che è sempre stata molto aperta a parlare di tutto quello che si parla di educazione finanziaria. In particolare ho avuto una madre super indipendente e che ha forgiato il mio carattere in questo quindi sono assolutamente convinta che è fondamentale l’educazione addirittura nelle famiglie se non nelle scuole. Esiste questa conflittualità, ma è una conflittualità che ci portiamo indietro dalla nostra cultura. Quindi sta anche a noi cambiarla e abbiamo tutti in questo momento storico, a mio avviso, ci sono tutti gli elementi per poter cambiare le cose. Sì, è un dato di fatto e lo vedo nelle mie amicizie, nei miei rapporti con le amiche, con gli amici maschi, eccetera. Ma non capisco perché non ne prendiamo atto e non cambiamo le cose.Vittorio
[ 00:04:38 ] Ma ad esempio: quale credi che sia la differenza? Cioè, magari vedendo la differenza con le tue amiche nel rapporto che puoi avere col denaro, no?Bianca
[ 00:04:46 ] Allora ti racconto anche la mia esperienza personale. Secondo me, come donne, ci insegnano che ci salverà un principe azzurro, ad un certo punto, no? È fin da bambine che ci sarà un uomo che si prenderà cura di noi e quindi aver avuto nella mia famiglia un ruolo femminile molto diverso mi ha insegnato a riconoscere queste dinamiche, quindi mi dico: se io non avesse avuto la mamma che invece ho avuto, probabilmente sarei caduta fra virgolette nella trappola di dire ‘ok’. Arriva il principe Azzurro a cavallo, detto ciò a mio avviso, il rapporto per dire con le mie peer, mie compagne, con le mie amiche, con le mie compagne, piuttosto che io… Forse ho dimenticato di dirlo nell’introduzione all’inizio, ma ho lanciato una community di donne imprenditrici un paio di anni fa, dove invece si tratta di donne veramente molto potenti e incredibilmente ispirazionali, da questo punto di vista, cioè che di lavoro appunto gestiscono le loro aziende, gestiscono i loro soldi.È più facile parlare di soldi con gli uomini. Anch’io quando mi trovo dover decidere quali investimenti fare, cioè più e meno tabù non so, non ti saprei dire la spiegazione però anch’io mi trovo più a mio agio
Nicola
[ 00:06:02 ] È un po’ curioso perché c’è ci sono anche sono stati fatti degli studi in passato che dimostrano come le donne hanno dei risultati migliori negli investimenti, sia dal lato retail diciamo finanza personale sia da quello professionale. Lo studio più famoso si chiama ‘Boys Will Be Boys’ di Barber e Odean, e la conclusione a cui loro sono arrivati che gli uomini hanno un’eccessiva fiducia in loro stessi. La cosa bella è stata che degli studi successivi hanno messo in discussione il fatto che i maschi perdano più soldi per il discorso della fiducia, ma non il fatto che le donne abbiano dei risultati migliori. Altri hanno trovato altri altri fattori, come la ricerca della competizione e dell’adrenalina. Però, cioè, questo resta: le donne li gestiscono meglio. Quindi, è abbastanza curioso il fatto che, comunque, anche dal lato degli investitori, sono in pochi che dicono ‘no’ allora questa evidenza dicono ‘beh, allora io scelgo una manager donna perché so che magari ho più probabilità che questa persona performi’ è molto strano, però la tua esperienza è quella di aver trovato questo gruppo di donne che in realtà hanno hanno cercato insomma di avere un percorso.Bianca
[ 00:07:16 ] Allora io ho studiato matematica, quindi mi piace molto parlare anche di numeri e di statistiche. Probabilmente quello che tu dici su investimenti sono migliori performano meglio diciamo per le donne, corrisponde a una statistica che mi piace citare: generalmente le donne imprenditrici performano meglio degli uomini, questo perché? A mio avviso è molto semplice per poter arrivare, cioè entry level è molto più difficile per una donna. Quindi se tu arrivi lì vuol dire che già hai dovuto passare infinite prove per poter arrivare lì. Quindi farai investimenti migliori, sarai una migliore imprenditrice. Quindi non è che allora in generale le donne sono migliori imprenditrici degli uomini, no assolutamente no, saranno probabilmente uguali agli uomini, anzi gli uomini sono più sort of risk averse, cosa al momento non biologicamente spiegata però ci troviamo in una società dove le poche donne che riescono ad arrivare ruoli manageriali, ruoli di investimenti eccetera eccetera sono passate attraverso delle prove che sono tre volte più difficili degli uomini che sono loro pari. Quindi survivorship bias secondo me è un po’.Nicola
[ 00:08:22 ] Sì, c’è questo General Manager nell’NBA che parla dello stesso concetto per parecchi giocatori. Adesso non mi viene in mente esattamente come l’aveva messa lui, cioè la sua opinione è che se tu vedi un giocatore che ti stupisce tra virgolette al di fuori del contesto normale dovresti dargli più possibilità, perché è esattamente quello che dicevi tu. No, cioè lui ha dovuto combattere contro molti più pregiudizi per arrivare dove è e quindi ha molto più talento degli altri.Bianca
[ 00:08:52 ] Sì, non lo so se è una questione di talento. Proprio una questione di esercizio oppure missione, cioè quanto sei devoto alla tua missione di dover arrivare che è un po’ quello che ci troviamo ad affrontare noi alcune volte no, cioè dobbiamo arrivare ok. Io lo vedo le mie amiche, cioè adesso 33 anni, iniziamo ad avere delle, delle belle carriere così quanti sacrifici bisogna anche fare per costruire la tua, la tua carriera, per dimostrare chi sei. Poi c’è tutto il tema maternità, perché comunque in qualche modo gli anni della maternità corrispondono nel mondo imprenditoriale in media più o meno una imprenditori in Europa fanno impresa e tra i 40 e 42 anni che sono più o meno gli anni in cui se una donna vuole fare figli ha i figli piccolini in questo momento storico in Europa, quindi ci si trova anche a prendere determinate decisioni molto fortiAlain
[ 00:09:41 ] senza contare che sei fatto i figli, cioè se ai 40 hai fatto i figli che sono piccolini, vuol dire che probabilmente per 5 o 6 anni prima di quello, sei già stremata.Bianca
[ 00:09:59 ] Sì esatto per quello che ti dico cioè nella mia community di donne imprenditrici Sister Founders, cioè per me sono delle eroine le donne che partecipano perché hanno figli, impresa e comunque c’è gestione logistica di una famiglia poi magari i genitori grandi. Cioè la gestione del della famiglia, ricade spesso volte su sulle donne, allo stesso tempo mi piace sottolineare il fatto che non c’è mai stata un’era storica più adatta per le donne per l’emancipazione finanziaria e imprenditoriale. Già il fatto che ne stiamo parlando ha tantissimo valore: bisogna parlare, bisogna educare le nuove generazioni, il ruolo degli uomini sta cambiando.Quando uno delle giovani studentesse mi approcciano mi dicono ‘Ah, ma come faccio io a fare impresa dico: “Girl, cioè non c’è mai stato miglior momento storico dell’umanità quindi fallo”
Alain
che, tra l’altro, mi piace, mi piace l’ottimismo perché il trend è effettivamente positivo però non vuol dire che le cose vadano… chiariamo maschietti che ci ascoltate non vuol dire che siamo arrivati, che le cose vadano bene.
Bianca
Non vuol dire che siamo arrivati, siamo in alto mare
Alain
Però mi piace questa missione da capitano no che dici ragazzi ce la faremo perché comunque il trend è positivo e fai bene
Bianca
No perché Alain no altrimenti sarebbe il contrario no? Sarebbe lamentiamoci delle cose non facciamo. Cioè ma a mio avviso non porta da nessuna parte
Alain
[ 00:11:32 ] Hai detto che la mamma ti ha trasmesso un po’ l’interesse per la finanza personale conferma ti occupi tu della tua gestione, fai tu i tuoi investimenti li scegli tu?Bianca
[ 00:11:39 ] Allora mia mamma mi ha trasmesso i geni dell’indipendenza economica. Poi, secondo me, lei nella sua vita non ha avuto diciamo abbastanza educazione finanziaria da portare magari gestire al meglio visto il contesto storico della sua famiglia ecc. Io personalmente gestisco io le mie le mie finanze. Tornando indietro mi sarebbe piaciuto impararlo di più tipo a scuola, cioè io mi chiedo ma perché a scuola non si insegna, Fatemi capire?Vittorio
[ 00:12:08 ] perché servono molto più le ore di latino a quanto pare.Alain
[ 00:12:13 ] Ma sai che ho sempre pensato anch’io questa cosa: perché non si fanno le cose veramente utili a scuola, invece proprio in questi giorni, qui sono giunto all’epifania: la scuola non deve insegnarti più roba, deve fartene fare di meno perché sei tutto il tempo sui libri di latino, su antologia. Ma chi se ne frega di Leopardi, cioè per meglio dire, se a me interessa, me lo studioBianca
[ 00:12:30 ]Aspetta, elimineresti il greco e latino, elimineresti tipo italiano moderno? Però la finanza la metteresti o no? Fammi capireAlain
[ 00:12:41 ] lascerei le persone libere di scegliere se vogliono fare finanza o falegnameria. Perché effettivamente i ragazzi oggi non hanno veramente tempo né interesse.Bianca
[ 00:12:50 ] Scusa, sono in disaccordo con te, perché anche se decidi di fare il falegname, cioè in qualche modo sei sempre in contatto con la gestione delle tue finanze, le tasse, le cose, le partite IVA perché mai uno non mi ha mai spiegato cosa era una partita IVA a scuola. Non lo so, vabbè!Alain
[ 00:13:09 ] Ci può stare io ti dico solo che non mi ricordo tre quarti delle cose che ho studiato, per cui probabilmente… Mentre quelle che ho investigato io quando ero libero, me le ricordo più o meno tutte. Secondo me i ragazzi oggi sono ragione poi guidati e troppo tartassati con cose di cui non gliene frega niente. Magari un po’ un mix delle due cose.Vittorio
[ 00:13:27 ] senti ma una cosa che a me lascia sempre un po’ perplesso no, che gestire i soldi è un argomento molto vasto che va dal trovare diciamo un lavoro che possa darti dignità, realizzare le tue ambizioni personali, sia a ricevere diciamo uno stipendio che sia congruo alle tue capacità, ma vuol dire anche saperlo gestire finanziariamente nel capire quali sono le scelte di investimento nel progettare un futuro eccetera. Comunque, diciamo come dicevi tu prima, questo periodo storico è quello che forse non è il migliore di tutti, ma è tra i migliori della storia per dare l’accesso, diciamo, le possibilità sia uomini che donne di uscire a raggiungere una certa realizzazione. Però la cosa che noto che magari soprattutto nel lato di emancipazione ci si concentra magari tanto sul avere determinati ruoli all’interno dell’azienda, ma non si concepisce perlomeno l’indipendenza, anche come la capacità di gestire indipendentemente i soldi, pure per una donna di investirli, di progettare una pensione, che sono argomenti molto importanti. Per esempio, in Italia mi sembra che l’aspettativa di vita media per una donna sia tre o quattro anni in più. Quindi vuol dire che uno deve avere un carico di montante pensionistico un po più alto di un uomo e non trovi che sia un po una cosa strana, questa cioè concentrarsi magari solo sull’aspetto lavorativo quando proprio quello di sapere gestire manualmente non so come dire il denaro sia molto importante?Bianca
[ 00:14:37 ] Sì allora io ci sono tante cose strane che penso in questo in questo settore. Sono d’accordo con te che gestire i soldi ti possa dare sia dignità che raggiungere le tue ambizioni personali. Allo stesso tempo secondo me ci facciamo troppo e poche domande riguardo a, appunto, cosa significa per me questa dignità e che cos’è la mia ambizione personale. Cioè, quando uno entra nel cerchio di quello che chiamiamo la rat race o il cerchio del lavoro, poi spesse volte perde in quel cerchio lì. Effettivamente alla nostra età, a mio avviso, per lo meno, quello che Io dico, sentito, sperimentato, si pensa molto poco a tutto quello che è “ok, cosa cosa succederà quando arriverà il momento della pensione”. Qua parlo per esempio di una mia personale esperienza: cioè io ho aperto la partita IVA dicendo ‘ah, che figata! Adesso pago meno tasso eccetera eccetera’ e sono stati i miei genitori a dovermi spiegare: ‘no, guarda, ti devi pagare la tua cassa pensionistica perché sennò la pensione non c’è’. Io cosa in che senso? Perché non me l’ha detto il commercialista, scusate? Quindi è come quando non so, quando sei giovane in salute, che non pensi mai che ti potresti ammalare, no, e quindi si fa fatica poi a pensare da qui a 30 anni pianifico la mia pensione, non so questo magari capita anche a voi, non lo so, vi faccio anch’io questa domandaVittorio
[ 00:16:00 ] Sì, se mi è capitato per un lungo periodo, poi sono diventato ossessivo maniacale.Alain
[ 00:16:06 ] Invece, sono dato nella direzione opposta, fermo sostenitore dell’eutanasia, così ho la via di fuga in caso perché non sto programmando il long term care.Bianca
[ 00:16:17 ] Sicuramente, questa cosa che hai nominato Vittorio del “a voi donne avete 3-4 anni in più di aspettativa di vita di vita”, ma non solo anche di anni di spendere soldi, senza magari guadagnarne attivamente è la prima volta che ci ho pensato per davvero.Vittorio
[ 00:16:41 ] Guarda dal 1987 che ansio persone quindi tranquilla.Nicola
[ 00:16:45 ] Possiamo andare anche con ricarico su questo nel senso che non solo vivete di più, guadagnate di meno perché c’è su questa cosa che le donne vanno pagate meno degli uomini e appunto fate più fatica a fare carriera, per cui il sistema non ti fa mettere da parte tanto quanto gli uomini per la pensione e poi però vivi di più.Bianca
[ 00:17:08 ] Che si fa, con chi con chi ne parliamo, qualche amicizia ai piani alti? Ho l’impressione così alla mia età a naso che comunque le mie amiche risparmino di più dei miei amici maschi forse abbiamo effettivamente la tendenza a mettere più da parte ma non so se ci sia poi una una cosa necessariamente positiva perché risparmiare, che vorrebbe dire fra virgolette non investire, poi in realtà non ha detto che a lungo termine sia una cosa più smart, è semplicemente la senti come più sicura in quel momento specificoVittorio
[ 00:17:48 ] si infatti c’è il passaggio diciamo dal risparmio all’investimento che è una cosa un po complicata anche quello, ma quello vale un po per tutti insomma c’è sempre una paura di questo tipo. Sinceramente, la cosa che percepisco ma non posso comprendere è chiaramente differente il modello di vita è che credo che anche nelle donne ci sia una pressione sociale differente. Faccio un esempio del cazzo: un uomo se ha due paia di pantaloni e tre camicie nell’armadio e non si mette la crema per il viso, si lava i capelli con lo svelto e non si lava i denti, diciamo è un tipo strano ma fondamentalmente però diciamo può sopravvivere o perlomeno è visto un po’ come strano, se lo fa una donna io credo che chiamino la neuro seduta stante. C’è comunque una pressione nell’essere femminile, nell’essere curata, nell’essere gradevole, che per una serie di cose ti porta via del denaro, insomma, che drena, comunque ha uno stipendio sempre più basso, ha bisogno di risparmiare di più di investire di più. Cioè credi che anche queste pressioni possano influenzare nel marasma di fattori, diciamo, della visione della finanza di una donna?Bianca
[ 00:18:54 ] Allora secondo me sì, tantissimo e ti dirò di più; cioè oltre al denaro è il tempo, cioè sai quando si dice: ‘Il tempo è denaro?’ Ecco in questo caso il tempo è denaro. Io non sono una persona particolarmente tipo unghie fatte capelli fatti, cioè capita se dio vuole una volta al mese, però effettivamente viviamo in una società che diciamo richiede questo statuto sociale delle donne per non parlare, che devono essere sempre diverse. Che non si può, cioè se uno va in matrimonio non può avere il vestito che ha usato al matrimonio scorso eccetera eccetera. Ma quando io vado a farmi le unghie, che per un’ora non posso toccare il mio telefonino e dico: ‘ma come è sì perché io sto qua, uno. Cioè effettivamente è un impiego di tempo, di denaro non indifferente. Adesso però stanno nascendo molti trend tipo di ‘ok questo fra virgolette deve essere pagato dagli uomini’, quindi non so se tu mi inviti a cena paghi perché comunque io prima di arrivare a cena mi sono dovuta fare i capelli, le unghie la ceretta eccetera eccetera quindi ho investito fior fior fior di quattrini quindi adesso tu devi pagare per me perché comunque l’ho fatto per te, è come se stessimo esperienzando un leggero tipo revenge un atteggiamento di ok I’m investing, sono bella sono presentabile, sono top ma adesso ok, vuoi uomini pagare per questa cosa quindi lo sento che sta cambiando mentre quando io ero adolescente non esisteva questa cosa quaAlain
[ 00:20:28 ] Ti rendi conto che ci sono un sacco di ometti in questo momento che stanno pensando: “ma porca miseria le pare opportunità, io pensavo che si faceva il conto a metà della cena”. Sono disperati, li sento che piangono.Bianca
[ 00:20:42 ] Ti vorrei ricordare che io abito in Svizzera, se vado a cena con un uomo il 95% delle volte si splitta il conto. Oltre al danno la beffa.Vittorio
[ 00:20:54 ] Comunque ha fatto un total cost of ownership perfetto. Tu devi considerare il costo complessivo, se io spendo 3 ore per prepararmi è un costo che tu devi ammortizzareBianca
[ 00:21:09 ] Però al di là del costo del tempo in sé stiamo parlando proprio di consapevolezza. Secondo me le donne stanno diventando consapevoli che stanno investendo il loro tempo, il loro denaro e quindi dall’altro lato vogliono un uomo che le porta a cena, non mi chiede dove dobbiamo andare, sceglie il posto, paga il posto. Fa l’uomo vuoi che io faccia la donna? E faccio i capelli, faccio le unghie ecc… Ok, adesso tu fai l’uomo.Alain
[ 00:21:33 ] Giusto. Sono assolutamente d’accordo, io sono assolutamente d’accordo. Sono già sposato, a me che me ne fregaVittorio
[ 00:21:37 ] però effettivamente fila perché non è più uno status quo di prima ma è una consapevolezza, diciamo di tutti e due lo devi fare perché lo devi fare lo devi fare perché lo devi fareBianca
[ 00:21:52 ] anche un po’ “I wanna show you”, adesso devi essere consapevole, devi un po’ crescereNicola
[ 00:21:56 ] però anche questo, che stai citando è una cosa importante. Poi lo vuoi vedere più in generale sul discorso della rappresentatività, il fatto che altre donne vedano altre donne che interpretano queste cose poi ti dà coraggio. Il discorso della Disney, che una volta aveva le principesse, quelle che dicevi tu che mi devi salvare e adesso fa comunque dei messaggi molto più cioè con la donna forte, la donna cazzuta, mi salvo da sola non ho bisogno di te. Questo secondo me è molto importante, forse anche il motivo per cui tanti ce l’hanno poi con la Disney, perché stanno tentando di far passare un modello diverso.Bianca
[ 00:22:36 ] Il tema della rappresentatività è molto importante è molto importante e onestamente TikTok come piattaforma ha giocato un ruolo secondo me fondamentale detto ciò, io che ho vissuto tanto in mercati emergenti quindi in Sud America, in Africa Middle East è molto delicato cioè noi lo viviamo da una prospettiva prettamente europea o comunque occidentalizzata: avere dei modelli occidentali in paesi, in culture che non sono ancora pronte è molto pericoloso cioè il fatto che una ragazzina adolescente che ne so, in un paese conservatore possa accedere a questo tipo di contenuti. Cosa succederà? Me lo chiedo proprio molto ingenuamente nel senso, la globalizzazione è buona o cattiva? Il fatto che tutti possiamo accedere agli stessi tipi di contenuti e tipo di informazione allo stesso tempo, perché comunque cambiare le culture… cioè noi ci siamo arrivati con un processo storico molto importante, molto profondo. Non è detto che gli stessi nostri principi corrispondano ad altre geografie, altre culture.Alain
[ 00:23:41 ] Provo anche solo a immaginare i modelli che oggi abbiamo noi qui e portarli 50 anni indietro farebbe esplodere teste, litigare gente in maniera terribile.Bianca
[ 00:23:52 ] No, no. Ma sono d’accordo addirittura, mia mamma me lo dice sempre: le tue zie. Perché mia mamma è stata l’ultima figlia di una famiglia numerosa; le tue zie non si sono potute separare, la vergogna assoluta sulla famiglia. Se ci pensi, come dici tu, 50 anni fa però è stato un processo che abbiamo fatto tutti insieme: tant’è che se ne parla poi allo stesso tempo, fai tipo tre passi avanti e poi tipo cinque indietro vabbèAlain
[ 00:24:24 ] A proposito di rappresentatività. Ti andrebbe di farci una carrellata con alcuni dei tuoi modelli femminili preferiti? Giusto i nomi, o se vuoi darci un’ispirazione?Bianca
[ 00:24:36 ] Questa è una domanda molto interessante perché ci ho pensato, cioè ci penso molto costantemente. Sembrerebbe assurdo, ragazzi ve lo giuro, ma è difficile avere tipo modelli pubblici a cui ispirarsi donne e dico, cavolo! Io vorrei avere non so un Obama, a cui dire ‘vorrei essere Obama però non mi posso figurare in lui. Non so come, dire. Le uniche donne famose a livello internazionale sono magari delle cantanti che dici ‘vabbè’, non sono io, non sono io, non sono una cantante. Quindi, io, alcuni anni fa ho proprio fatto un lavoro interno molto profondo. Ho iniziato a dire: ‘Ok, adesso io non voglio più ispirarmi a persone che non conosco personalmente’. Quindi, sì, ti potrei fare carrellate di nomi cognomi, però ho deciso di utilizzare come idoli o figure a cui voglio ispirare solo persone che conosco, che conosco la loro vita e conosco quanta fatica fanno. Perché spesse volte diciamo queste celebrities o questi idoli non conosciamo le loro vite o che cosa vivono realmente e quindi diventano un po’ quasi degli dei degli dei greci, come possiamo immaginare di cui non sappiamo molto. Quindi ho iniziato a ispirarmi a persone che sono nella mia cerchia di amici e la cosa bella è che tu puoi prendere quello che ti ispira da come dire una parte da ciascuno. Cioè, magari la persona di cui tu ti ispiri non ti ispira al 100%, magari ti ispira solo al 30% o al 20%. C’è una parte che ti ispira e l’altra dici: ‘ma io non farei ormai una vita del genere’. E quindi non so quando lavoravo per dire da Seed Stars, che è questa società che aiuta giovani imprenditori a lanciare le loro aziende, la nostra founder, una donna giovane brava super smart e lei per me è stata di grandissima ispirazione per me nella mia vita, soprattutto da un punto di vista di missione. Dire ok, io voglio cambiare il mondo come faccio a farlo? Parto dal mio piccolo, piuttosto che sono molto ispirata da tante delle mie amiche, da tante delle sister founders che ogni giorno si battono per fare imprenditrici. In un paese che, comunque, in questo momento storico è molto contro l’imprenditoria tecnologica, non so per quale strano motivo; pero sono molto a livello locale, glocal diciamo.Alain
[ 00:26:56 ] Mi piace molto, mi piace molto. Poi, avendo una bambina piccola, sto raccogliendo informazioni.Bianca
[ 00:27:05 ] e quello ti dico è un ruolo molto importante in questo momento per i papà, secondo me, cioè crescere le nuove generazioni di donne è bello che stai facendo questo podcast è bello, che ti stai facendo queste domande; insomma sarà molto chiave, quel che gli insegnerete. Sono pochissimi gli uomini che, in questo momento, riescono ad avere a che fare con le nuove personalità delle donne forti, quindi complimenti se è il caso.Alain
[ 00:27:29 ] Io volevo farti una domanda un po’ spinosa un po’ strana attenzione provo: mi sono fatto l’idea che l’emancipazione di un individuo si muova su due fronti: da un lato vuoi dargli l’opportunità di fare quello che preferisce, dall’altra vuoi premiare quello che già fa e che magari vorrebbe continuare a fare. Nell’ambito femminile, mi figuro questa cosa da un lato vuoi dare la possibilità alle ragazze di fare tutto quello che fanno i maschi, dal pugile all’astronauta, quello che vogliono; dall’altro vuoi far sì che coloro che vogliono avere un ruolo comunque diciamo tradizionale, come le caregiver, possano continuare a farlo, però ricevere una ricompensa congrua senza essere alla mercé di un individuo. Sei d’accordo con questo tipo di visione dell’emancipazione sui due fronti e come vedi il progresso fatto su entrambi?Bianca
[ 00:28:17 ] Ecco, sicuramente sono d’accordo su quello che dici: cioè di maniera generale l’emancipazione soprattutto economica e ragazzi non ci siamo ancora. Non ci siamo ancora, cioè in Italia il 58% delle donne ha un conto corrente intestato al proprio nome, ok, e il resto? Quindi sì, l’emancipazione è dare la possibilità di fare le cose. Io credo molto nell’equità, equità dare magari un po’ più di possibilità a chi ne ha avute meno in principio, che è perché alla fine, secondo me, tutti dovrebbero avere le stesse possibilità. I ruoli tradizionali stanno cambiando, cioè proprio i ruoli stanno cambiando. Detto ciò, c’è ancora tanto lavoro da fare, perché comunque ci sono fior fior di studi su come il lavoro casalingo, il lavoro-taking care of the family-la famiglia è generalmente presa a carico dalla donna, che quindi è generalmente non retribuito, purtroppo. Sì, e non è lavoro leggero; tutt’altro. Non è lavoro leggero; è generalmente lavoro che ha comunque un peso emotivo enorme. Però, c’è un giusto sbagliato? non lo so; è difficile da dire; è difficile anche da quantificare-cioè le donne c’è un sacco di lavoro che loro fanno, che non è in questo momento retribuito o riconosciuto, addirittura riconosciuto secondo me, è il vero problemaAlain
[ 00:29:45 ] esatto, e quello non è neanche riconosciuto dalla società e spesso dai mariti-da chiunque. Lo conoscete. Sicuramente Bianca lo conosce; Vittorio e Nicola lo conoscete. Lo sciopero delle donne islandesi del ’75? No, non lo conosci; no, l’aiuto fantastico! È una storia fantastica! Praticamente le donne islandesi in un periodo in cui c’era fortissima disuguaglianza degli stipendi hanno deciso di fare lo sciopero delle donne, cioè tutte le donne islandesi hanno incrociato le braccia. Sono scese in piazza e hanno manifestato. Tutte. Quelle che facevano le mamme, quelle che facevano le infermiere, quelle che facevano gli insegnanti, tutte. Scendono in piazza e… si ferma l’intera economia islandese. Cosa vuoi che succeda? I maschietti riuscivano a gestire i bambini con anche il lavoro da fare? Hanno bloccato l’intera economia, semplicemente incrociando le braccia. È stato quello che ha lanciato il movimento femminista forte in Islanda, che poi ha avuto un bellissimo percorso di emancipazione femminile e secondo me non è una questione di cattiveria o pressione consapevole perché nessuno veramente fa le cose pensando “adesso faccio il bastardo no?” il fatto è che non ti accorgi è stupidità è inconsapevolezza di quello che fai e del sistema in cui sei inserito.Bianca
[ 00:31:11 ] no ma again è giusto che hai parlato di sistema cioè stiamo parlando di una cultura che è stata così per millenni cioè quello che per questo che ho tutto questo ottimismo perché siamo all’inizio di una rivoluzione di cui non abbiamo neanche idea e sarà bellissimo non so come direAlain
[ 00:31:20 ] guarda e ce l’auguriamo tutti perché Ce lo auguriamo anche noi uomini, perché in realtà, cioè, è stupido che non sia così.Bianca
[ 00:31:27 ] Ancora se ripensi a cento anni fa e stiamo parlando dell’altro ieri, praticamente quante cose sono cambiate, impressionante! E noi non ci rendiamo conto. Sapete quanti iscritti in ingegneria ci sono oggi in Saudi Arabia? 60% studenti di ingegneria sono donne. 60%! Cioè, noi neanche ce le immaginiamo 60% ingegneria, donne… Saranno sì e no il 15%.Nicola
[ 00:31:52 ] Anche meno! Te lo dico per esperienza.Bianca
[ 00:31:53 ] Per quello dico: le cose stanno cambiando e a un ritmo molto più veloce di quello che ci immaginiamo. Assolutamente sicuramente l’educazione, a mio avviso, ha il ruolo principale. Educazione sia femminile che maschile. Insegnare alle donne a investire ,insegnare alle donne a studiare matematica, ingegneria. Però anche lì, quando mi chiedono perché ho studiato matematica, è perché io ho avuto un’insegnante donna e quindi secondo me il ruolo dell’educazione del role model gioca un sacco,Vittorio
o perlomeno essere dei genitori che come tua madre ti danno gli stimoli delle basi per poter iniziare a capire l’importanza di quell’indipendenza.
Nicola
[ 00:32:35 ] Vogliamo lasciarci l’opportunità di chiudere come vuoi, se hai qualcosa da dire perché poi sembra che tre maschi ti tagliano così brutalmenteBianca
[ 00:32:44 ] allora come posso chiudere intanto bravissimi di questa iniziativa mi piace un sacco, complimenti. Allora il mio motto è ‘oltre i limiti’ quindi andare cercare sempre di andare oltre ai propri limiti senza senza rompersi.POSTA DEL CUORE
Alain
[ 00:33:07 ] Io vi ricordo che potete scriverci sul nostro sito su Reddit, su Twitter persino fare i segnali di fumo dalle parti di Gallarate. Quindi non fate i timidiAlain
[ 00:33:21 ] La prima domanda ci viene da Antonio: Sono un lavoratore dipendente, ho un pac in ETF su Directa e verso il mio TFR sul comparto più aggressivo tra virgolette del fondo pensione e negoziale, Cometa, ha un rendimento anno del 2,9%, la quota azionaria è appena del 55%, ma mi consente di usufruire dei soldi gratuiti versati dal datore di lavoro e di far fruttare il TFR presumibilmente di più di quanto non farebbe se restasse in azienda. Mi è balenata l’idea di aderire anche al fondo pensione aperto aAmundi, seconda Pensione Comparto Espansione, e di trasferire lí quanto accumulato finora nel fondo Cometa. Ovviamente i versamenti sul fondo Cometa continuerei a farli per continuare a godere dei soldi gratuiti del datore di lavoro, ma questo trasferimento mi consentirebbe di far fruttare con un rendimento maggiore i soldi già accumulati nel fondo. Oltretutto il fondo Amundi ha dei costi sulla rata di rendita dello 0,44% inferiori. Secondo voi, questa strategia è valida? C’è qualcosa che mi sfugge? Grazie per il vostro lavoro volontariato che riesce a renderle le pulizie di casa un piacere.Nicola
[ 00:34:22 ] Anche io ascolto i podcast con l’aspirapolvere mentre stiro.Alain
[ 00:34:29 ] Uomini moderni grandi.Vittorio
[ 00:34:46 ] Comunque la strategia di Antonio sulla carta sarebbe bellissima se non che il trasferimento del fondo pensione prevede anche la chiusura del precedente quindi facendo così lui praticamente si darebbe una martellata sui piedi perché chiuderebbe quello di Cometa ma il datore di lavoro non contribuirebbe più con il suo bonus, diciamo. Quindi probabilmente la soluzione migliore al momento sarebbe quello di prendersi tutti i bonus possibili su Cometa quindi quello datoriale metterci il TFR tutto l’eccesso, cioè, fino ai 5.164 e rotti, portarlo su Amundi in questo modo, diciamo hai un po’ tutti i vantaggi, però, se lui ha dei soldi extra invece di metterli su Amundi, ha già un pac probabilmente coverrebbe il pac perché insomma ha più libertà di svincolare il denaro e comunque già cioè è più efficiente. Dipende però se la quota marginale è alta magari, in quel caso sì, è un grosso risparmio all’inizio, per cui ci sta la cosa che sottolinea che nessuno ci ha fatto caso perché vuol dire che quindi Antonio si è studiato bene la cosa, i costi sulla rata sulla rendita sono dello 0,44% inferiori. Perché uno pensa quando va a chiedere la rendita il pagamento delle tasse e degli oboli sono finiti, in realtà c’è questo malefico costo di gestione che il gestore si prende perché ha deciso di gestirlo. Quindi se tu chiedi un’unica soluzione ti chiede una percentuale, se lo chiedi mensile in un’altra, perché sai è impegnativo fare un bonifico invece di 12 o farne 6 così e quindi probabilmente una cosa che bisognerebbe mettere in conto è che a un certo punto, poco prima di andare in pensione, tipo 6 mesi, un anno, uno si sposta sul fondo pensione che ha quel tipo di diciamo aliquota più bassa in assoluto, in modo tale che fotti un po’ il sistemaNicola
[ 00:36:30 ] quindi, io non faccio una domanda a voi due che siete gli esperti, quindi non si possono avere due fondi pensione. Cioè, se lui decide di trasferire dal fondo X al fondo Y, il fondo X lo deve chiudere per forza.Alain
[ 00:36:45 ] In sostanza non puoi fare travasi. Quello è il problema, o meglio, cioè: tu puoi tirar fuori i soldi dal fondo pensione, ma ci paghi sopra le tasse quindi non ti conviene semplicemente tirar fuori i soldi solo per reinvestirli da un’altra parte. Quello che puoi fare è trasferire la posizione individuale dal fondo A al fondo B quindi trasferisci proprio tutto in blocco e devi chiudere quel vecchio, porti l’anzianità, porti tutto. E di solito, tra l’altro, non è che sei liberissimo di fare quel cazzo che ti pare, cioè ci sono, beh giustamente un fondo pensione lo stato ti mette i paletti, non è che la fai semplice. Ti ha dato ti ha dato la deducibilità e quindi insomma si prende…Vittorio
[ 00:37:22 ] Diciamo che il travaso lo puoi fare completamente, basta, cioè non lo puoi fare solo in parte, a meno che appunto come dice Alain, ti puoi comprare la prima casa puoi richiedere una parte dei soldi, però tipo il 70% e c’ha un’aliquota più alta di quanto non lo porteressi alla fine. Bla bla bla.Alain
[ 00:37:39 ] La domanda numero 2 ci viene da Davide. Ciao, too big to fail. Complimenti. per il podcast e vi auguro di continuare con questi alti standard, nelle varie puntate avete spiegato l’argomento in oggetto. Ma non ricordo esattamente quando, perciò rifaccio la domanda. Come investitore retail con un portafoglio diversificato: con quali prodotti finanziari posso compensare minus/plus valenze, o con quali combinazioni di vendita? Ad esempio, vendita fondo investimento in perdita va a compensare vendita di obbligazione in guadagno e viceversa? Siccome la banca il broker non si sbilanciano, e non voglio pagare un commercialista, mi rivolgo a voi, occhiolino. Un caro salutoVittorio
[ 00:38:17 ] Per rispondere a questo quesito servirebbe una puntata intera incredibilmente triste e disagiata, perché il sistema di compensazione delle minus e delle plus valenze è un delirio. Quindi io provo a sintetizzarlo, perché obiettivamente ci arrivano un botto di mail sulla questione. In sostanza per la legislazione italiana, si possono usare eventuali perdite di strumenti finanziari ( minusvalenze) per pagare meno tasse in caso di vendita di prodotti in guadagno, appunto le plus valenze. Fino a questo è tutto semplice, tranne che il sistema è indiviso tra redditi di capitale e redditi diversi. Il che influisce sulla possibilità di compensare le minusvalenze di un prodotto con un altro i redditi diversi sono azioni obbligazioni etc etn certificati e derivati le minusvalenze derivanti da questi strumenti possono essere utilizzati per compensare altri strumenti rientranti nella categoria dei redditi diversi e quelli dei redditi di capitale in sostanza possono compensare. I redditi di capitale invece sono gli etf i fondi comuni di investimento, inclusi sicaf, cedole e dividendi. Queste tipo di minusvalenze derivanti dai redditi di capitale possono essere compensate con plus valenze derivanti da redditi diversi ma non di quelli dei redditi di capitale. Nel caso vi entra un dividendo di un’azione, questa essendo una plusvalenza, voi potreste pensare che possa compensare quella minus che avete ottenuto con un’obbligazione esotica tipo quella della Guyana Francese, che non so neanche se sia uno stato vero e proprio. In realtà non potete compensare nulla e dovete pagare le tasse. Se invece ad esempio avete venduto in guadagno un ETC sull’oro, questo avrebbe si potuto compensare la perdita di quel vecchio bond esotico. Nel caso invece tu ti vendi il tuo merdoso ETF sull’energia solare su cui puntavi tantissimo, in realtà dopo un anno, ha fatto un botto clamoroso perché non si è realizzato niente di quello che speravi. Avrai una minusvalenza compensabile, però non con i dividendi, non con le cedole, non con gli altri, ma con le caramelle gommose! Si è esatto ma solo con le plus valenze generate da azioni e bond.Alain
[ 00:40:10 ] Sai, che avremmo dovuto fare tutto questo spiegone con noi due che facevamo i coglioni? Nicola abbiamo perso un’occasioneVittorio
[ 00:40:14 ] C’è ancora tempo perché voglio specificare un’altra cosa. La gente non ha ancora capito come funziona questa compensazione. Quindi, immaginiamo che c’è una plusvalenza di 150 euro nello zanetto fiscale ci sono 100 euro di meno sui primi 100 euro, cioè quelli della minusvalenza non si pagano tasse perché sono compensate appunto dalla minusvalenza, mentre vengono pagate le tasse sui restanti 50, il 12,5% per le obbligazioni nazionali e il 26% per tutti gli altri strumenti finanziari. Quindi uno non risparmia 100 euro, ma risparmia su 100 euro o il 12 o il 26 per tutti gli altri strumenti finanziari quindi tu recuperi una parte piccola, diciamo ed è per questo pure che Nicola ogni tanto mi dice sì, ok, che avete perso 10. 000 euro ma non costruite un portafoglio di investimento per recuperare una caccola alla roba.Alain
[ 00:41:07 ] E poi le minus durano?Vittorio
[ 00:41:10 ] Ah, 4 anni poi decadono in show note metto un mio vecchio articolo che ebbi la malsana idea di scrivere. C’è pure una bella tabella che vi spiega come compensare cose e che ho capito finalmente solo grazie a Nicola.Nicola
[ 00:41:22 ] Comunque, secondo me, devi mettere la canzone del circo qua dietro sì.Alain
[ 00:41:26 ] Abbiamo la domanda numero 3 questa viene da Ciccioexpr.Ciao Nicola, leggendo il tuo blog ho letto un rigo che mi ha fatto riflettere in cui c’era scritto “che probabilità c’è che il posto in cui siamo nati sia il nostro posto nel mondo. Alla fine, nasciamo in un luogo a caso.” Riflettendo ti ho dato ragione ma allo stesso tempo ho pensato di porti questa domanda per te che sei emigrato in tutta Europa. Come si combatte la totale solitudine di andare a lavorare all’estero per cercare di fare carriera più velocemente? Come si combatte la barriera linguistica iniziale, le difficoltà iniziali? PS anche questi post più riflessivi e meno di finanza sul blog sono bellissimi.
Nicola
[ 00:42:05 ] Ciao, grazie! Non pensavo non pensavo che sta roba… comunque, secondo me, il discorso è che sicuramente se vai a vivere in un posto nuovo hai dei sacrifici da fare cioè questo è innegabile, cioè la rottura di palle è sicura, mentre il vantaggio di trovare un posto dove stai meglio è un po’ legato al caso. Però, cioè, se vedi quanto è grande e vario il mondo, in teoria c’è questa possibilità o la probabilità di trovare un posto dove ti puoi trovare meglio non è proprio così bassa, no? Secondo me, il vantaggio sicuro nel provare qualcosa di nuovo per davvero, nel senso che quando vivi in un posto è diverso quando ci vai in vacanza e questo ti porta a mettere in discussione tutto quello che facevi prima, cioè come mangiavi, quando con chi le serate i weekend, le partite di calcio e tutto il resto. Tipo che se uno festeggia il Natale 24 sera al 25 a pranzo è uguale no? Cioè, ti accorgi che magari certe cose non erano così importanti o magari ti accorgi che invece certe cose erano importantissime per te. Però, cioè devi avere anche quel momento di privazione per poi capirlo.La cosa migliore poi è quando più inizi ad iterare su questo processo, più tutto diventa più intenzionale perché le rotture di palle diminuiscono, perché sai già quello che ti aspetti. Cioè non è che ce ne sono meno, ma sei più preparato, però sai già più che altro, dove andare a parare, dove vuoi andare. L’aspetto fondamentale secondo me è che abbiamo tutti una capacità di adattamento che va oltre quello che ci aspettiamo. Quindi lavorare in un’altra lingua, ad esempio, ti fa venire il mal di testa per un po’ di mesi però poi ti trovi praticamente anche a sognare in quella lingua e non te ne accorgi cioè non te ne accorgi di quel cambiamento. E da ultimo quello che dici sul discorso della solitudine è vero però secondo me è sempre legato al fatto che tendiamo a scegliere la strada più semplice: ho visto un sacco di gente dovunque vivevo che si lamentava perché diceva eh vabbè però io qua non conosco nessuno è una merda. Poi in realtà tutti i weekend prendevano l’aereo per tornare in Italia cioè è ovvio che è un gatto che si morde la coda perché meno tempo passi nel posto dove vivi meno opportunità hai di conoscere le persone, soprattutto se te ne vai quando tendenzialmente la gente esce e poi c’è anche il fatto che ci sono tante persone che veramente non sono capaci di stare da sole. L’unico modo che hai per imparare a stare da solo è stando da solo, c’è poco da fare.
Alain
[ 00:44:34 ] Faccio una domanda io un approfondimento: figli aiutano o no quando devi integrarti in un nuovo posto?Nicola
[ 00:44:43 ] Dipende, come tutto, nel senso che devi trovare l’ambiente giusto. Per noi ad esempio vivere qua in centro a Zurigo, mia figlia va a scuola e c’è una buona quantità di expat a scuola con lei. Lei comunque lega solo con loro, lei considera i tedeschi gli svizzeritedeschi, comunque delle persone pallosissime pure adesso che parla comunque la lingua. All’inizio c’era la barriera linguistica, però anche adesso che parla la lingua non c’è modo per lei, però comunque se tu immagini se noi fossimo andati nella scelta quella di Italia personal finance “vai a vivere in campagna, che paghi un quarto dell’affitto” e poi lei doveva andare a scuola comunque in un posto dove erano tutti svizzeri, tutti locals, e a quel punto lì si sarebbe trovata peggio. Ma anche noi, cioè da genitori, perché poi noi genitori uguale la storia, però c’è un punto in cui se continui ad andare in giro i tuoi figli ti ammazzano. Io ho visto, non so se ne avevo parlato, però in questa famiglia che è andata a fare il giro del mondo un anno. Avevano i figli di boh penso 14 e 8 anni – 9 anni e sono tornati completamente disadattati. In realtà, quando c’hai 14 anni vuoi solo stare con i tuoi amici e torni e ai tuoi amici non gliene frega un cazzo di quello che hai fatto tu: il problema è che tu non eri lì con loro e quindi non sono neanche più i tuoi amici. È diventata brutta come situazione. Io non ci avevo pensato, però ero molto più ah minchia, cioè diventi il figlio della scuola, in realtà no, per cui insomma bisogna bisogna pensarci a ste robe qua poi vabbé è un caso.Alain
[ 00:46:48 ] bisogna vedere anche l’effetto lungo termine, perché magari tra 20 anni diranno l’esperienza più bella della mia vita. Chi lo sa?Nicola
[ 00:46:49 ] Se non ti hanno ammazzato nel frattempo.Cazzabubbole
Bene andiamo con cazzabubbole? Io avevo una storia per cui hanno trovato che sono autistico, praticamente; però no, abbiamo già fatto un’ora ve la racconto il prossimo weekend per il prossimo questa che è la pubblicità.
Comunque, io vi consiglio un libro di tale Dominique Mielle, il titolo del libro è Damsel in Distressed e forse ve l’avevo già consigliato in una puntata precedente. Insomma era la puntata dedicata alla finanza femminile e questo casca fagiolo nel senso che Dominic ha fatto la gestrice di Hedge Fund e il libro praticamente non è solo la sua esperienza nel mondo della finanza ma soprattutto la sua esperienza nel mondo della finanza essendo una donna, tutti i cazzi che si è dovuta smazzare per fare una carriera. Non è bella detta così però. Non in quel senso. Le difficoltà che ha avuto per riuscire a raggiungere il ruolo che ha raggiunto. Il titolo del libro è un gioco di parole, quelli che gli americani chiamano ‘Damsel in Distress la classica fiaba della principessa che deve essere salvata; il titolo è ‘Damsel in Distressed’ con e di finale perché distressed sono quei quei debiti in sofferenza, distressed debt; quindi lei lavorava in un hedge fund, che è tipo quello che ora possiede l’Inter, che ha tutti i debiti distrutti e secondo me niente è un bel libro, ve lo consiglio perché appunto ti dà un’idea molto bella di dove lei ha trovato la forza. E anche come lei ha gestito appunto le situazioni di cui parlavamo prima, quando diventi una mamma, i figli, magari ti senti in colpa perché passi del tempo al lavoro e non con i tuoi figli. Tutte queste tematiche
Vittorio
[ 00:48:54 ] Io invece ammetto che sono un pizzico saturo di qualsiasi tipo di contenuto audiovisivo letterario, quindi farei volentieri dell’ascetismo in montagna. Però anche io ho pensato una cosa che potrebbe essere collegata al tema di oggi, perché consiglio il canale YouTube di Ramit Sethi proprio nell’assoluta povertà di idee che ho in questo periodo, e si chiama esattamente come il libro, cioè ‘I Will Teach You To Be Rich’.Ultimamente lui ha lanciato il suo nuovo libro che parla della gestione del denaro in una coppia e la cosa interessante è che sta facendo appunto sul sul canale che devo dire è molto è divertente soprattutto quando fa dissing di altri content creator o di tiktoker roba del genere cioè è proprio è un tipo simpatico ha lanciato questo nuovo libro e fa anche un podcast in cui incontra diciamo queste coppie che cercano un aiuto da parte sua e ci sono un sacco di spunti interessanti nel devo dire nel gestire il denaro di coppia ma già nel libro originario lui parlava della importanza di riuscire a trovare un partner che fosse diciamo in affinità su questo tema, perché obiettivamente è un tema importante. Ora ha fatto tutto un libro sul gestire proprio delle fasi della vita di coppia, che poi è un po’ quello che ripete spesso Alain, e niente vedetevi il canale perché fa ridere è simpatico.
Alain
[ 00:50:08 ] Io vi consiglio un altro libro, questo si titola ‘Invisibili’ di Caroline Criado Perez. È un saggio, sostanzialmente analizza i modi in cui c’è un gender gap nel mondo nel mondo occidentale ma anche nel resto del mondo. È interessante perché lo analizza sotto diversi punti di vista, molto spesso quello che salta fuori è che ci sono delle discriminazioni, chiamiamole così, ma non non sono volute. Sono semplicemente dei side-effect di come è funzionato il mondo, di come si struttura, di come girano i soldi e quindi tante volte passano inosservati e causano danni per decenni, secoli, millenni. È molto, molto, molto interessante. Il libro è fatto bene, è scritto bene, è leggibilissimo. È un mattoncino perché di casi di questo tipo dovete immaginare ce ne sono tanti. Però, secondo me, è una lettura interessantissima soprattutto per qualsiasi uomo che si interessa al tema e vuole capire bene un pochettino la prospettiva o comunque averne un’idea un pochettino più completa.