In questa puntata di Too Big To Fail Alain fa polemica contro la PostePay gialla (che non esiste più) mentre per il resto della puntata parliamo di truffe finanziarie e di come evitarle, partendo dalla incredibile storia del nostro ascoltatore Max Pontello, detto il pirata.

I consigli di oggi:
Nicola: Adolescence
Vittorio: Binario 11 di Bank Station
Alain: Le armi della persuasione di Robert B. Cialdini

LA PROMO
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Se non ti basta ascoltarci, leggici: The Italian Leather Sofa, Salto Mentale e Finanza Cafona.

Oh, e ascolta tutto fino alla fine oppure verrai truffato da Tonio Cartonio, anche se sappiamo tutti che è morto.

Ascoltalo qui:

Trascrizione della puntata

Ebbene sì, c’è chi si è smazzato la sbobba per te pur di permetterti di cercare al volo se abbiamo nominato Cicciolina. Chi è quel santo? Clipto, che spacca i culi nel trascrivere audio in testo, anche in italiano. E non lo diciamo perché ci pagano l’obolo se ti abboni. O forse sì? Puoi scoprirlo nella settimana di prova. Ora bando alle ciance altrui e passiamo alle ciance nostre.

Vittorio 

[ 00:00:39 ] Quando si sente una notizia di una truffa bancaria, in cui a qualcuno rubano migliaia di euro sul conto. È facile dare un giudizio affrettato; doveva stare più attento; è uno stupido. Vabbè, dai, recupera tutto. Fino al “a me non sarebbe successo”, ma cosa succede quando la truffa capita proprio a voi, quelli così sicuri di non poterci cascare? Come reagirete e cosa si può fare davvero per difendersi? Proprio per questo oggi cominciamo la puntata in una maniera particolare sentendo la storia di Max, un nostro ascoltatore che ci ha scritto alcuni giorni fa e ha raccontato la sua disavventura finanziaria. Ciao, Max! Ti chiamo così nonostante sia uno pseudonimo, in quanto banca ti ha fatto firmare un accordo di riservatezza per questa storia e diciamo che alla fine il risultato finale è pure abbastanza divertente. Prima di tutto, cosa fai nella vita?

Max

[ 00:01:25 ] Dunque io dico e ti dico e hai fatto un po’ più di cosa cioè come formazione. Ho sempre fatto degli studi P. D. Fisi forma, ti ho preso una laurea in ingegneria e informatica. Sempre appassionato della materia con una tesi sui sistemi di intrusione informatica. Ho sempre lavorato comunque in ambito informatico, perché in altri ambiti non mi sarebbe stato possibile agire in rete con prudenza. Non mi hanno mai fregato, non mi hanno mai clonato la carta di credito, insomma.

Vittorio 

[ 00:02:02 ] Quindi, nonostante tutto questo, sei finito nella classica truffa telefonica, no? Quelle che capitano più o meno a migliaia di italiani ogni settimana.

Max

[ 00:02:09 ] Sì, diciamo che a mia parziale discolpa posso dire che era una truffa molto ben arrangiata e sicuramente superiore alla media di quelle che sento. Innanzitutto chi mi ha chiamato ha avuto la capacità tecnica di far risultare che mi stava chiamando dal numero del call center della banca. Io mentre ero al telefono con lui ho verificato sul sito della banca e il numero era quello. Poi un’altra cosa, spesso riceviamo messaggi, chiamate di persone che hanno magari una capacità di espressione limitata, un uso dell’italiano un po’ abbozzato. Invece questa persona era veramente preparata. Cioè io poi quando ho realizzato ho pensato che potesse essere un interno della banca che stava commettendo un reato oppure un’ex persona che lavorava per la banca perché aveva una capacità di linguaggio ma anche di conoscenza di quello che diceva, che era assolutamente verosimile. Per farla breve mi ha fatto capire che le mie carte erano in pericolo e mi ha proposto in prima battuta di cambiare la password della mia area personale della banca, dicendo che la banca me ne avrebbe mandata una temporanea. E così è stato, mi è arrivata una mail dalla banca, intestata giusta, con il link per eseguire la password. Peccato che io in quel momento mi trovavo sul lavoro, ero nel mezzo di una riunione importante, sono uscito, ero preso dall’agitazione e quindi non avevo neanche la capacità di ragionare in maniera fredda.

Vittorio 

[ 00:03:44 ] Sì, c’è sempre il lato emotivo su questa cosa chiaramente.

Max

[ 00:03:47 ] Esatto, mi hanno preso in un momento delicato in cui ero un po’… ho preso, un po’ incasinato e quindi la fretta in questi casi purtroppo non è mai una buona consigliera. Quindi, in buona sostanza, lui comunque sapeva tanto di me, tanto come mi chiamavo e che avevo il conto in quella banca. Sapeva il mio indirizzo di casa, ovviamente il mio numero di telefono, la mia mail. Quando uno ha una capacità di linguaggio, è competente e ti dice che sa certe cose di te, diciamo che tendi ad abbassare un po’ le difese. Poi comunque lui non mi ha chiesto di fare cose strane. A un certo punto mi ha detto: ‘ora che abbiamo cambiato la password dell’area personale’, ovviamente lui mi ha fatto mettere la password che sapeva anche lui, in modo da poter accedere con comodo. Mi ha detto ora elimino il token dei malintenzionati, quello per le autorizzazioni alle operazioni con la carta, e ne mettiamo uno nuovo. E quindi ci siamo messi lì, mi ha fatto scegliere il nome del token, mi ha detto ora ti arriverà l’OTP sul telefono, me lo dici, così io attivo il token sulla tua area, no? E quindi niente, mi fa creare questo token, però mi declina anche i miei numeri di carte. Cioè lui sapeva i miei numeri di carte. Quindi vuol dire che o aveva una complicità con qualcuno all’interno, oppure chi lo sa, magari c’era.

Vittorio 

[ 00:05:14 ] Era stato un leaking di dati, oppure su un sito in cui aveva utilizzato le carte.

Max

[ 00:05:19 ] Esatto. Le carte erano finiti in mano sua, solo che gli mancava un elemento chiave, no? Gli mancava il token che gli permetteva di autorizzare i movimenti. E l’ha ottenuto, diciamo, grazie a me, perché credendo di fare un nuovo token per me, io invece lo stavo aiutando ad attivarlo sul suo telefono. Quindi a quel punto lui mi ha detto: ‘Ora vedrà una serie di operazioni, non si preoccupi, perché in realtà sono degli storni di operazioni illecite che sono state fatte, e in realtà lui ha fatto quattro operazioni, probabilmente verso siti di gambling online o qualcosa del genere, tre sulla carta di credito, una sulla carta di debito, per un totale circa di 1700 euro, su per giù. E poi, non contento, si è fermato ancora, si vede per tenermi ancora un po’ lì, dicendomi, ah, ora se mi conferma l’indirizzo di casa, le faccio arrivare le carte nuove.

Vittorio 

[ 00:06:17 ] Ah, ma quindi gli acquisti venivano fatti mentre tu stavi ancora al telefono?

Max

[ 00:06:20 ] Anche perché loro probabilmente devono fare in modo che tu una volta tirato giù.

Vittorio 

[ 00:06:24 ] Non faccia niente sul conto. Sì, sì.

Max

[ 00:06:26 ] Se ti colleghi all’area personale vedi che in realtà il token non c’è, o meglio c’è, ma è legato a un dispositivo che non è tuo, quindi se tu te ne accorgi il gioco si rompe, no? Probabilmente lui mi ha tenuto lì, qualcun altro stava facendo le operazioni, no? Alla fine bastano pochi minuti. Una parte di me, mentre ero al telefono, temeva che questo mi stesse inchiappettando. Non è che proprio ci si sia andato giù sereno al 100%, anche quando ho resettato la password dell’area personale. C’è stata una tentazione di dire ‘no’, ma sai che c’è, la faccio diversa da come mi dice lui. Invece poi ero lì in bilico e alla fine ho deciso di buttarmi dalla parte verso di lui. Poi lui appunto mi ha rassicurato, mi ha detto: ‘No, ma installa questa applicazione antivirus e vedrai che se c’è qualcosa, qualche software te lo trova, no?’ Appena tiro giù, vedo passare queste operazioni, ho subito acceduto, ho capito che non tornava qualcosa, ho chiamato io la banca e in quel momento ho scoperto che loro non mi avevano mai chiamato. E lì mi si è gelato, e lì mi si è gelato il sangue.

Vittorio 

[ 00:07:35 ] Ma a quel punto cosa hai fatto? Sei andata alla postale, hai fatto denunce, la tua banca cosa ha fatto per cercare di…?

Max

[ 00:07:43 ] In prima battuta mi hanno bloccato entrambe le carte, quindi alla fine sono uscite solo quelle tre operazioni, sarebbero potute essere di più. Poi ho chiesto come fare, mi hanno detto di andare in filiale, che avrei dovuto riempire dei moduli per contestare le transazioni. Così ho fatto e in realtà in filiale mi hanno dato un modulo vuoto, però mi hanno detto di riportarglielo compilato, però anche con la denuncia. Allora sono andato ai carabinieri, ho fatto denuncia, giorno dopo torno ancora dalla banca con tutto e già qui hanno un comportamento che non mi piace, perché non mi hanno lasciato nessuna ricevuta, della mia contestazione. Da qui inizia un calvario che dura svariate settimane, in cui la banca non mi faceva sapere niente, io chiamavo e dicevano ‘ci vuole tempo’, bisogna aspettare, no? E io friggevo, no? Poi i soldi mi giravano le palle, ma un po’ soprattutto mi sentivo un cretino e mi sentivo come se qualcuno mi fosse entrato in casa e mi avesse cagato sul letto, no? Quel senso di sporco e di disagio che ti lascia una cosa del genere, soprattutto se sei una persona che pensi di aver fatto del tuo meglio per non fare cavolate.

Una nota di colore è stata una volta che ho parlato con un operatore e mi dice ma guardi, veramente qui non risulta nessuna pratica, no? Io gli ho detto ma scusi, com’è possibile? Ho parlato nei giorni scorsi con dei suoi colleghi, mi hanno detto che è in itinere e tutto. Insomma, sto qua sembrava veramente uscito dall’uovo in quel momento. A un certo punto ero anche un po’ esasperato e gli ho detto: ‘Erano più verosimili come impiegati della banca quelli che mi hanno truffato che lei che ci lavora veramente.’ Questo qui non l’ha presa bene perché mi ha tirato giù il telefono in faccia.

Vittorio 

[ 00:09:33 ] Diciamo come ogni cosa da italiano: il fatto che ti stiano prendendo per il culo ti ha fatto rosicare e quindi tu sei andato a sfruttare i servizi dell’arbitrato bancario, no?

Max

[ 00:09:43 ] Sì, però prima ho ricevuto il verdetto della banca, è stato brutto, hanno mandato due mail prefatte dove c’era scritto in buona sostanza che io ero stato incauto, che avevo sbagliato e che quindi erano tutti i cazzi miei, cioè che loro non avrebbero risposto in nessun modo di questa perdita. Al che io lì per lì ovviamente ci rimango male, medito vendetta ma ancora non so bene come, no? Sento un amico avvocato, lui mi dice però effettivamente comunque è una cosa un po’ al limite, effettivamente l’hai aiutati, bla bla bla.

Vittorio 

[ 00:10:21 ] Sì, diciamo il sistema funziona pure che loro ti fanno cambiare le password perché a quel punto loro non è che ti hanno hackerato il sistema, sei stato tu complice di questa cosa. Il problema tuo era che come facevano a sapere tutte queste informazioni?

Max

[ 00:10:35 ] Esatto, vabbè, allora incomincio a studiare e scopro quest’istituto dell’arbitrato bancario finanziario, dell’arbitrato della Banca d’Italia. Questo istituto praticamente ti permette di fare ricorso, contro le decisioni avverse delle banche e cosa succede? Che loro esaminano tutti i documenti, chiedono alla controparte, quindi alla banca, la sua versione dei fatti e poi mettono una sorta di sentenza che però non è una sentenza, ovvero se la banca viene giudicata colpevole nei tuoi confronti loro non possono obbligarli a pagarti come se fosse un giudice della magistratura. Però se la banca non ti paga la contropartita è che, è tenuta a riportare in una pagina del proprio sito il fatto che loro quella sentenza lì dell’ABF non l’hanno rispettata. Però c’è da dire che se l’arbitrato ti dà ragione piena, tu hai delle basi legali buone per andare avanti e a quel punto sperare che un giudice vero ti dia ragione. Lì per lì dico ‘ok’, farò ricorso; però in realtà faccio passare mesi e mesi. Quando mi decido a farlo, era l’estate del 24, quindi, quasi un anno dopo, e scopro però che era passato troppo tempo da quando io avevo chiesto alla banca di essere rimborsato. È un problema non-problema perché in realtà mi basta inoltrare un’altra richiesta di risarcimento alla banca via mail, sempre con gli stessi documenti, alla quale loro non si degnano neanche di rispondere in nessun modo. A quel punto, incassato la non risposta, faccio passare ancora un po’ di tempo e faccio questo ricorso. Quindi apro l’account sul sito dell’arbitrato con tutti i miei dati, gli mando un bonifico di 20 euro perché costa 20 euro aprire la pratica e ci metto tutto dentro.

Vittorio 

[ 00:12:29 ] Tutta la documentazione di quello che era la cronistoria di quello che è successo e dei tuoi dubbi.

Max

[ 00:12:33 ] Esatto, la cronistoria dei fatti, la denuncia, gli estratti conto, le mail con i ricorsi a cui non hanno risposto, tutto quello che avevo e nella motivazione del ricorso dico che io ho ragione di pensare che la banca non abbia protetto i miei dati personali in maniera adeguata e inoltre che l’area personale non era protetta con l’autenticazione a due fattori. Per questo richiedo un rimborso completo dei soldi che avevo perso, quindi questi 1700 euro. In realtà, cosa succede? Dopo un mese, ricevo una chiamata sul cellulare da un numero che non conoscevo. Dall’altra parte mi si presenta una persona dicendomi che era un’incaricata della banca, dell’ufficio ricorsi all’arbitrato. In quel momento penso che hanno un ufficio dedicato ai ricorsi! E questa mi dice: ‘Guarda, abbiamo ricevuto il tuo ricorso tramite l’arbitrato, la banca ha rivalutato la tua posizione e mentre mi diceva così, pensavo quando ti ha scritto l’arbitrato l’avesti valutata la mia posizione, a me non mi aveste manco risposto. La banca pensava di risarcirle l’intero importo che le è stato sottratto. 

Dico: ‘Guardi, va bene; la cosa che mi dice mi interessa ovviamente, è quello che ho chiesto. Se lei mi manda un documento scritto, firmato dalla banca, io lo faccio valutare al mio avvocato e poi vi faccio sapere. Mi fa va bene; l’unica cosa tenga conto che noi in cambio chiediamo che lei rinunci al ricorso.’ Io le ho detto: ‘Guarda, io sono disposto’. Tuttavia, tenga conto di una cosa: io rinuncerò al ricorso un secondo dopo che mi troverò i soldi sul conto corrente. Ah, va bene; va bene: avrebbe voluto dire “di noi si può fidare”. Però aveva capito che se voleva portare in porto l’accordo era meglio lasciar stare. Allora mi arrivò questo documento; mi sembrava assolutamente legittimo, insomma lo firmo; glielo mando indietro. Loro, quando mi hanno mandato il documento, mi chiedevano anche la prova della rinuncia. Però io gli avevo detto: ‘Finché non mi avessero bonificato i soldi, non avrei rinunciato’. Nel frattempo ho contattato anche l’arbitrato, il quale mi ha spiegato che normalmente le banche fanno queste cose: proporre degli accordi extra arbitrato per sveltire le cose e quando sono sicure di avere torto, per evitare anche di pagare delle spese ulteriori.

Vittorio 

[ 00:15:03 ] Può essere pure che fa scattare degli alert, troppe segnalazioni di questo tipo, che magari cose che non sappiamo noi.

Max

[ 00:15:09 ] Può essere; però era anche da dire che le accuse che gli muovevo: ovvero di non aver tutelato i miei dati e dell’autenticazione a due fattori erano cose che portavano davanti a un giudice vero avrebbero potuto anche creare dei problemi in più. Perché a quel punto, uno gli poteva chiedere anche dei danni ulteriori, che però te lo dico sinceramente non era la mia intenzione. La mia intenzione era di dimostrare a me stesso che, per quanto ci fossi cascato, comunque la banca non aveva fatto abbastanza per tutelarmi e recuperare i soldi. E questo era la cosa. Questo è quanto. Poi, dopo un paio di giorni, ho ricevuto i fatici soldi sul mio conto, ovviamente sul conto della banca in questione, e però appena un attimo dopo ho provveduto a bonificarli altrove.

Vittorio 

[ 00:16:00 ] Certo. Senti, ma che causale hai messo per far uscire i soldi da questa banca?

Max

[ 00:16:04 ] La causale è venuta dal cuore ed è stata “ho vinto io – sucate”.

Vittorio 

[ 00:16:14 ] Sei un degno ascoltatore di questo podcast.

Max

[ 00:16:17 ] Assolutamente, assolutamente.

Vittorio 

[ 00:16:18 ] Detto ciò, grazie mille.

Max

[ 00:16:20 ] E complimenti per la vostra trasmissione.

Vittorio 

[ 00:16:24 ] Grazie! 

Vabbè, dai, ora continuiamo la puntata, no?

Alain 

[ 00:16:28 ] Eh, alla buon’ora, ma lo potevi dire che stavi registrando un’intervista, no?

Vittorio 

[ 00:16:32 ] Mi piace sorprendervi. Che puoi sorprendervi? Ho scritto sta roba tre settimane fa, l’ho costruita a tavolino in montaggio perché serve per far chiedere ai nostri ciao ascoltatori che sia una cosa spontanea, vera, genuina, naturale.

Alain 

[ 00:16:43 ] Qui leggo una cosa random.

Nicola

SCOREGGIO!

Vittorio 

[ 00:16:48 ] Però questa storia di Max ci serve un po’ a parlare di questo argomento, che obiettivamente è molto interessante e molto largo. La realtà è che ci sono tantissimi tipi di frodi e in Italia stanno crescendo il tipo di truffe, sia bancarie, sia prestiti.

Nicola 

[ 00:17:04 ] No, no, però aspetta, bisogna chiarificare qua, perché hai messo frodi e Italia nella stessa frase. Stiamo parlando di frodi illegali. Quelle illegali. Quella sulle frodi legali l’abbiamo fatta prima di puntata, è quella sulle tasse.

Vittorio 

[ 00:17:20 ] Quelli legali sono quelli che hanno successo, quelle illegali sono quelli che sono sconfitti. Ok, è giusto.

Alain 

[ 00:17:26 ] Cioè dipende, dopo un adeguato periodo di acclimatamento.

Vittorio 

[ 00:17:30 ] Comunque, secondo CRIF, quel organismo orribile che controlla i nostri dati, nel 2023 in Italia ci sono state delle truffe pari ad un controvalore di 150 milioni di euro.

Alain 

[ 00:17:40 ] Quelle denunciate, però.

Vittorio 

[ 00:17:41 ] Sì, solo quelle denunciate. Quindi falsi prezzi di personali, falsi leasing, clonazione di documenti, falsi finanziamenti per l’acquisto di beni. E, peraltro, i dati del 2024, del primo trimestre, non sono neanche confortanti, perché c’è una crescita continua. E, tra l’altro, hanno aggiunto una nuova categoria, cioè il buy now, pay later. Perché comunque devi stare sul pezzo per fare queste cose. Eh, beh, giusto. Ti inventi.

Nicola 

[ 00:18:04 ] Si innovano anche su quello. Adesso che ti puoi comprare i burritos con ‘Buy Now, Pay Later’ negli Stati Uniti.

Vittorio 

[ 00:18:11 ] Questa cifra non comprende tutta quella fetta di truffe telefoniche che, Nicola, fortunatamente stai in Svizzera, però non sai cosa vuol dire ricevere.

Nicola 

[ 00:18:23 ] Invece no. Rompono il cazzo anche a noi.

Vittorio 

[ 00:18:24 ] Io ne ricevo almeno sei al giorno. Poi sono, ora c’è quella del curriculum, poi c’era il tizio che ti offriva di comprare azioni Amazon, io gli dicevo già ce l’ho e riattaccavo tutte le volte. E poi ci sono quelle dei fornitori luce e gas, che sono una cosa infinita. Che ti tempestano di offerte fake, perché poi generalmente quando tu cambi fornitura, il vecchio fornitore vende i tuoi dati ai call center, quelli sanno che stai cambiando, quindi ti propongono offerte, finti contratti. Oppure il nuovo contratto non ha avuto successo, quindi devi firmare questo con me, eccetera eccetera. E comunque il dato è che siamo circondati, fondamentalmente, e a naso io direi che un italiano su dieci subisce qualche tipo di truffa. Questo vale anche per tutte le persone che si sentono molto sveglie o sono preparate per affrontare queste situazioni, come ci ha dimostrato Max. Quindi è facile puntare il dito, fare ironia, però la realtà è che siamo tutti molto vulnerabili.

Alain 

[ 00:19:18 ] Ma tra l’altro apro una piccola parentesi, dovrebbe essere da cazzabubole, però la dico qua. Una delle mie passioni, uno dei miei passatempi preferiti negli ultimi anni è stato impormi che sia il truffatore che mi sta chiamando ad attaccare. E sono saltati fuori delle perle pazzesche. La cosa bella delle truffe comunque, o la brutta penso a seconda dei punti di vista, è che ce ne sono una marea. Siccome tra truffe e bias cognitivi potremmo riempire il podcast fino al 2027, magari facciamo che raccontiamo alcune macro-categorie di truffa. 

Allora, la prima, phishing. Sostanzialmente, tramite email, messaggi che imitano comunicazioni ufficiali, i truffatori cercano di ottenere informazioni sensibili come dati personali o dati di accesso bancario. La tipica mail che vi ritrovate nello spam. Ormai Google è diventato quasi decente a fare il lavoro di filtraggio.

Vittorio 

[ 00:20:08 ] Questo succede anche con gli SMS. Ad esempio molte banche finiscono in queste cose, tipo quella che io ricevo spesso di PNL, N26, Binance. Perché ho scoperto che i numeri da cui arrivano i messaggi in realtà sono tipo casuali. Non è che Poste Italiane abbia 700 numeri e utilizza solo quelli, ma sfrutta un sistema randomico, non saprei come dirlo. Quelli che vendono questi numeri in realtà prima li vendono a Poste Italiane e poi li rivendono a chi li truffa, se non sono il truffatore stesso. E quindi obiettivamente sono legittimi. Cioè la scritta spesso e volentieri è BNL, Poste Pay, eccetera eccetera. Chiaramente sono cose molto accroccate, però chi non ha una digitalizzazione avanzata, oppure anche in un momento di distrazione, può essere molto facile cascarci. Perché basta veramente aprire un link, spesso per installare malware o roba del genere.

Alain 

[ 00:20:58 ] Una truffa invece più legata al mondo degli investimenti è quella dello schema Ponzi. Tra l’altro è un nostro connazionale grande, Ponzi. Praticamente è un investimento fraudolento dove i rendimenti per i primi investitori sono pagati con i fondi dei nuovi aderenti fino al collasso dello schema, uno schema piramidale. Chi entra dopo sostanzialmente è quello che sta pagando i rendimenti. Di solito li trovate con promesse di rendimenti fantasmagorici e costantissimi.

Nicola 

[ 00:21:26 ] Infatti, su questo tema adesso Vittorio vi spiegherà la differenza tra uno schema Ponzi e l’INPS.

Alain 

[ 00:21:34 ] Che l’INPS è legale, vedi, l’avevamo detto all’inizio. Eh Nicola.

Nicola 

[ 00:21:41 ] Ah, giusto, giusto.

Alain 

[ 00:21:42 ] Il terzo, questo è bello nuovo, siamo proprio all’avanguardia come podcast, è il Deep Fake. Practicamente l’utilizzo di video e audio falsificati per impersonare persone reali, ingannando le vittime e incitandole sostanzialmente per fornire informazioni o direttamente denaro.

Vittorio 

[ 00:22:00 ] Tra l’altro con software che costano due spicci. Non so se avete visto i canali Instagram fatti da uomini che impersonano donne. Quindi fanno la fashion blogger e cose del genere.

Alain 

[ 00:22:09 ] Fermati, che poi ci accusano di ideologia woke. Ahahah.

Nicola 

[ 00:22:14 ] E quindi noi ci siamo protetti, no? Perché noi abbiamo deciso di iniziare un podcast così, almeno voi la voce nostra la potete clonare tranquillamente.

Alain 

[ 00:22:24 ] Ma tu Nicola non sei un Deep Fake?

Nicola 

[ 00:22:25 ] In realtà sono Pietro Michelangeli. Ahahah.

Vittorio 

[ 00:22:30 ] Il grande problema è che se delle persone cascano nel tranello di un sms, figuratevi se alla vostra nonna, vostra mamma, chiamano con la vostra voce clonata e gli dicono: ‘Guarda, ho un problema, mandami questi soldi qua.’

Alain 

[ 00:22:45 ] Cosa che già succede.

Vittorio 

[ 00:22:49 ] Pure l’accettazione di contratti, che ne so tu fai un contratto online che hai solo delle risposte automatizzate, si no va bene ok, fai una finta chiamata, cioè andatelo a dimostrare a un giudice di 70 anni che quella voce non è la vostra e che c’è un leggero fruscio che quindi dimostra che non è la vostra. Diventa dura. È un problema grosso.

Nicola 

[ 00:23:06 ] No però è vero, quella del finto figlio che ti chiama e dice ‘ho bisogno’.

Vittorio 

[ 00:23:12 ] Perché quella è la truffa perfetta in realtà, perché ha l’emotività, ha credibilità, è veloce, diciamo. L’urgenza.

Alain 

[ 00:23:19 ] Poi abbiamo qualcosa di meno grave forse, sono le truffe su piattaforme di e-commerce, cioè venditori falsi o truffaldini che offrono prodotti inesistenti, contraffatti, importati illegalmente, magari incassando pagamenti e poi non spedendo la merce.

Nicola 

[ 00:23:34 ] E questa sezione è sponsorizzata da eBay.

Alain 

[ 00:23:38 ] eBay effettivamente ragazzi, dovete comprare tutto su Temu, Temu che non vi arrivi e se vi arriva è pure peggio. Poi ci sono le truffe romantiche online, cioè gente che instaura una relazione sentimentale virtuale per guadagnare la fiducia della vittima e poi finisce per richiedere denaro in qualche modo, con magari emergenze inesistenti.

Vittorio 

[ 00:23:58 ] Su questo io ho un aneddoto molto divertente, nel senso che molte amiche del quartiere dove abita mia madre sono state vittime di questa truffa, c’è un quartiere benestante di Roma e ci sono molte persone sole e a quanto pare molto stupide, la truffa del principe più o meno si chiama. E in realtà mia madre ha scoperto che ce ne sono almeno 4-5 dei suoi conoscenti che sono state truffate ma botte di 40.000 euro ciascuna. La cosa molto divertente è che a un certo punto mia madre mi ha fatto, vabbè ma fammi vedere questo che ti ha truffato così, e gli fa vedere la foto, guarda la foto, guarda lei, guarda la foto, guarda lei e fa, ma secondo te questo andava con te? Che è giustissimo peraltro, cioè è onestissimo come commento.

Alain 

[ 00:24:35 ] Tra l’altro c’è una bellissima puntata di Non aprite quella podcast su un latin lover italiano che in America ha fatto tipo 100 matrimoni illeciti, era un seriale.

Nicola 

[ 00:24:47 ] Eh ma a me dispiacerebbe se questa truffa fallisse, perché cioè ci sono un sacco di serie su Netflix che sono fatte molto bene e sono tutte su questa storia qua, cioè di tipi che truffano donne. Così abbiamo spuntato l’anti-woke. Sì, esatto.

Alain 

[ 00:25:04 ] Bene, bene. Poi abbiamo le truffe legate alle criptovalute, ma è come l’Inps, questa cosa no? Promesse di investimenti ad alto rendimento in criptovalute che magari sono inesistenti o sono piattaforme di trading fraudolente, o chissà dove mettono i vostri soldini, o con quali, eh beh lo sapete già.

Vittorio 

[ 00:25:25 ] Vabbè, diciamo di exchange che sono saltati anche solo recentemente giganteschi, perché poi venivano gestiti come da un bambino dell’asilo di 4 anni.

Nicola 

[ 00:25:32 ] Io ricordo sempre di aver investito in Luna.

Alain 

[ 00:25:37 ] Falsi supporti tecnici, cioè chiamate o messaggi che fingono di provenire da aziende, inducendo le vittime a fornire accesso remoto ai propri dispositivi, per pagare servizi o sottoscrivere servizi inesistenti o magari estremamente costosi. Questa è la tipica truffa di quello che vi chiama ‘casa da e-distribuzione’ per proporvi il super contratto vantaggioso da 16 euro al kilowattora. 

Poi ci sono le truffe legate al lavoro da casa. Cioè, gente che vi offre un lavoro, cioè abbiamo ricevuto il tuo curriculum. E poi in realtà salta fuori che dovete fare un certo investimento iniziale per acquistare dei materiali o cose del genere e semplicemente si intascano i soldi. 

Truffe assicurative, queste sono bastarde perché ti fanno sottoscrivere una polizza, prezzi magari stracciati, ma poi la compagnia non esiste o magari salta, no? E quindi lasciano le vittime senza nessuna copertura. E mica te ne accorgi, te ne accorgi soltanto quando arriva il troiaio.

Vittorio 

[ 00:26:36 ] Peraltro, su questa cosa c’è un film che parlava dei Panama Papers, credo abbia vinto anche l’Oscar. E c’era un estratto di come questi, diciamo, agricoltori americani avessero scelto questa assicurazione che costava un terzo. E quando è capitato l’evento sono andati dall’assicurazione e si sono fondamentalmente resi conto che non esisteva assolutamente nessuna società. E fa parte di storie vere di leaking della storia dei Panama Papers, appunto. Che sono tutta una serie di documenti molto ampi su tante cose. Spesso sono quelle a isole vergini britanniche, isole vergini che divergono, a quanto pare fanno poco, americane, eccetera eccetera.

Nicola 

[ 00:27:11 ] No, bisogna fare una specificazione. Perché tante società di assicurazione hanno degli uffici lì per sfruttare i vantaggi fiscali o anche i vantaggi, tra virgolette, normativi. Però in teoria la società da cui dovete comprare la polizza deve essere basata nel paese dove siete voi, no? Cioè, o in Italia. O comunque nella comunità europea. È ovvio, perché veramente, se comprate una polizza da una società che è basata alle isole vergini, non so, l’antennina un attimino fatela alzare.

Alain 

[ 00:27:45 ] Poi c’è tutto il mondo della vendita e la compravendita sull’usato. Gente che chiede pagamenti non tracciabili, la truffa del postamat.

Vittorio 

[ 00:27:53 ] Ma questa cosa è? Qual è la truffa del postamat?

Alain 

[ 00:27:55 ] È una truffa interessantissima, basata sulla pessima user experience del postamat. Che è praticamente lo sportello banco post. L’ATM delle poste. Siccome le poste pay principalmente hanno, e anche libretti se non sbaglio, hanno mille funzioni astruse che neanche loro sanno quali sono. Questo postamat è pieno di merda l’esperienza dell’utente, fa schifo, non si capisce niente, no? È tutto scritto, tantissime cose che non si capisce. E quindi la truffa in cosa consiste? Ti contatta sto tipo, ti dice: ‘Ok, sono interessato ad acquistare il tuo oggetto. Però ti pago tramite il postamat.’ E tu non sai, ma che cazzo è stata roba? Ti convince ad andare al postamat per ricevere il pagamento sulla tua PostePay. Il problema è che ti guida in una procedura e nella parlantina ti confonde. Già lucidamente concentrato non capiresti un cazzo. Figurati con un tipo veneto sotto che ti parla a raffica e ti chiede dei figli e di questo e di quello. E sostanzialmente quando tu confermi le operazioni, in realtà stai mandando i soldi a lui. E questo poi ovviamente non si fa più vedere. C’è gente che è stata truffata in questo modo a ripetizione.

Vittorio 

[ 00:29:10 ] Dalle dalle si piega pure un metallo, però qua no. Poi ci sono anche un’altra cosa che sono gli skimmer, credo si chiamano. Che sono quei finti, praticamente, lettori della carta che vengono messi sopra l’altra carta e sono veramente difficili da individuare, infatti. No, non sopra la carta, sopra il lettore della carta. E muovete quando andate a fare l’ATM, soprattutto alle pompe di benzina succede questa cosa. Quindi quelli registrano tutti i codici delle carte, i pin, eccetera. E poi magari succedono le coloniazioni di carte o cose di questo tipo.

Alain 

[ 00:29:43 ] C’è qualcosa che accomuna tutte queste truffe comunque. Come minimo il fatto che si basano quasi tutte su tecniche d’ingegneria sociale, no? Manipolano le vittime facendo leva su emozioni, urgenza, un senso di fiducia magari. Poi il fatto che ti richiedono sempre le stesse cose, no? Soldi o informazioni personali d’accesso anche a piattaforme finanziarie. Tante volte sono troppo belle per essere vere, no? E l’ultimo appunto è che spesso partono da comunicazioni non richieste o non verificate. Quindi vi arriva, senza che voi abbiate fatto nulla, un contatto da questi truffatori.

Vittorio 

[ 00:30:18 ] E secondo me poi puntano pure sul fattore sociale, che se tu racconti, ed è forse per questo che la testimonianza di Max è molto importante, sull’essere un po’ un coglione. Cioè, tu non vai a raccontare che ti hanno truffato perché fai sempre la figura dell’imbecille o comunque senti sempre il giudizio delle persone addosso. E quindi tante volte neanche vai a denunciare.

Alain 

[ 00:30:37 ] Se dovessi scommettere, direi sul 10% denuncia, veramente.

Nicola 

[ 00:30:41 ] Legandoci a questo che hai appena detto, no? Perché il prossimo punto è il futuro delle truffe o come si evolveranno nel tempo. Però io qua, io vorrei dire che secondo me la parte chiave della truffa è quello che gli americani chiamano social engineering, no? Cioè la capacità di appunto leggere le situazioni, chi sei tu e sfruttare queste debolezze. Che poi appunto si possano fare come abbiamo già parlato prima, dei deepfake o del campionamento della voce o addirittura usare dei chatbot perché adesso praticamente tante di queste interazioni le fate comunque con questi bot automatizzati. Però la chiave è sempre quella dell’emozione che vi fa suscitare qualcosa e che quindi non vi fa essere lucidi in quel momento ed è lì proprio il momento in cui la truffa funziona. E questo al di là delle modalità più o meno sofisticate non cambierà mai.

Vittorio 

[ 00:31:41 ] Sì, anche perché tante strutture delle truffe in realtà sono vecchissime. Cioè ci stanno le stesse cose da 200-300 anni, cambiano un pochino la forma. Magari vengono ammorbidite, si aggiornano nei sistemi. Però alla fine è sempre la stessa roba. Quindi il problema è appunto la reazione umana e anche la capacità della persona che si ha di fronte di convincerti di quel sistema là.

Alain 

[ 00:32:06 ] Forse il rischio maggiore che vedo col proliferare delle AI è il fatto che permette al truffatore di scalare molto meglio. Cioè, fino ad adesso, uno non aveva le competenze per cui ti scrivevano spesso queste mail di phishing che facevano cagare. Adesso, hanno delle mail di phishing che sono scritte meglio degli italiani. No, cioè GPT scrive meglio dell’italiano medio. Usa addirittura i congiuntivi. E poi, prima lo scammer doveva rispondere alle singole mail. Doveva in qualche modo farti confluire in quel “funnel di conversione” che portava la truffa al concretizzarsi. Adesso lo può fare praticamente tutto un AI e lo fa meglio.

Nicola 

[ 00:32:57 ] Può anche sviluppare diverse strade per diventare più produttivo. Cioè può tentare diversi angoli perché magari tu pensi che scrivendo la mail in un certo modo hai più probabilità di portare la persona in quel funnel. E invece l’AI praticamente ti fa, cioè puoi fare un mass market test con 500 versioni diverse. Vedere che probabilmente scopri che ci sono alcune cose a cui non avevi pensato ma che in realtà funzionano. Tipo, non lo so, un movimento 5 stelle.

Vittorio 

[ 00:33:31 ] Vabbè di base comunque un po’ di red flag ci stanno, no? Cioè, che possano aiutare a capire quando una cosa non sta andando per il verso giusto. Sicuramente, i metodi di pagamento quando non sono tracciabili sono pratiche un po’ scure, cose non regolarissime. Quando appunto si chiede di cambiare password. Fornire dati sensibili. Magari capisco la fretta, ma se vi dice di mettere una password, voi mettetela un’altra. Forse un po’ di anarchia in quel caso serve. Ad esempio, ora il problema è diventato che i bonifici istantanei sono diventati gratuiti. Perché a quanto pare comincia ad essere un’opzione anche per i truffatori, perché quello là non lo vuoi più bloccare fondamentalmente.

Nicola 

[ 00:34:10 ] Sì, però nel senso in Inghilterra i bonifici istantanei esistono da sempre. Poi vi racconterò due esempi della mia moglie. E però poi la banca glieli ha ridati i soldi. Non è nulla di diverso da quello che ha raccontato Max.

Vittorio 

[ 00:34:25 ] Il tipo di vendita in genere è molto aggressivo, chiede la fretta. Ti dice: ‘Non devi fare questo e cose del genere’. Quando incomincia ad essere così mediamente non può essere un venditore professionale. Perché un’azienda non gli permetterebbe mai di avere un tono di quel tipo nei confronti di un cliente. Quello è fatto proprio perché deve chiudere quella pratica in tot tempo. E sa che quell’urgenza è l’unico modo per permettere di farlo. Poi, quando utilizzano i cari, le debolezze, le vostre debolezze personali. Secondo me potrebbe essere utile fare una sorta di safe word nella famiglia o nel circolo di amici.

Nicola 

[ 00:35:03 ] Noi tre fortunatamente ce l’abbiamo.

Vittorio 

[ 00:35:06 ] E poi quando vi mandano le mail, vedete come cazzo è il dominio. Perché spesso e volentieri è tutta un’altra roba. Cioè magari c’è il nome della banca ma poi è punto .sminchius.uk.bo. Chiaramente non può essere quella vera della banca. Oppure quando c’è una L spesso diventa una I. Quindi vengono usati questi giochini. E poi non cliccate mai su link. Molto semplice. Non rispondete alle chiamate dei numeri verdi. Se vi devono dire qualcosa di importante mandano un messaggio.

Alain 

[ 00:35:40 ] O la lettera dell’avvocato. Fateli campare. E soprattutto tagliate quella cazzo di post e pay. Basta queste minchia di PostePay.

Vittorio 

[ 00:35:49 ] Ma non esiste più quella gialla come un tempo. Con l’IBAN ormai.

Alain 

[ 00:36:03 ] Allora potete tenere la PostePay.

Vittorio 

[ 00:36:05 ] Va bene. Poste se vuoi farci una filiazione non lo so. Ormai siamo disperati quindi. Posso raccontarvi due storie? Vai, vai, vai.

Nicola 

[ 00:36:12 ] La prima non è una truffa. Ma è una cosa che le società fanno per non essere truffate. Cioè, tipicamente, quando devi mandare un pagamento, hai più persone che firmano quel pagamento. E la banca ha le firme. Per capire che quella roba lì viene dalle persone giuste. Sto parlando di vent’anni fa probabilmente. Quindi non c’erano tutte le firme elettroniche, queste robe qua. Proprio si usava il fax. Quindi io ho lavorato in questa società italiana, grande. Dove un giorno un tizio si è inventato di emetterre un bond il 15 febbraio. Ovviamente non ha guardato il calendario. Non ha guardato il calendario, capendo che se il bond pagava la cedola ogni tre mesi, il 15. Cascava il 15 di agosto. Di agosto, tu devi pagargli quegli interessi. E non c’è nessuno che lavora. E poi l’altra caratteristica meravigliosa delle società italiane. Che qui la persona che può firmare decide notoriamente: Posso firmare solo io. Poi gli fai capire che, beh, forse. Cioè non è proprio utile se sei l’unica persona che può firmare. Allora posso firmare io o un’altra persona. E basta. Quindi ovviamente il 15 di agosto queste due sono in vacanza. Una delle due persone era in vacanza, tipo, in Thailandia. E quell’altra era in vacanza, non lo so. Da un’altra parte negli Stati Uniti. E quindi bisogna raccogliere le firme tramite il fax. Però devi avere tutte e due le firme sullo stesso documento. Per cui mandi il fax in Thailandia. Ti viene indietro il fax con la firma. Riusi quello stesso fax per rimandarlo negli Stati Uniti. Che ti ritorna indietro con l’altra firma.

Praticamente la tizia che stava seguendo sta roba qua mi dice che l’ultima versione di quel fax là è tornata indietro era una carta carbone. Cioè non si leggeva niente. Totalmente niente. E comunque l’hanno mandata alla banca. E la banca ha mandato il pagamento. Cioè uno può dire vabbè. Fortunatamente che c’è il buon senso. 

La seconda roba fa ancora. A me fa ancora più ridere. E quando ci siamo trasferiti dalla Svizzera all’Inghilterra, io e mia moglie. Quando abbia lasciato la Svizzera praticamente la banca qua ci ha detto: no se non vivete più in Svizzera dovete chiudere il conto. Quindi arriviamo in Inghilterra. In Inghilterra hanno questo fantastico loop che secondo me se lo scopre Trump o Salvini impazziscono. Perché praticamente tu ovviamente hai bisogno di vivere da qualche parte. Quindi vai in un’agenzia immobiliare. E gli dici: ‘Guarda, dovrei affittare una casa.’ E loro ti dicono: ‘Guarda, non c’è problema.’ Ti danno una serie di documenti che gli devi dare tra cui il conto corrente. Quindi tu vai in banca e dici: ‘Dovrei aprire un conto corrente.’ E loro ti dicono: ‘Non c’è problema. Abbiamo bisogno di una serie di documenti, tra cui un indirizzo.’ E quindi c’è questo loop. Che è invincibile. Perché per avere una cosa, te ne serve un’altra. Quindi un casino così. Ora che riusciamo ad aprire i conti, ci vuole un po’ di tempo. Intanto mia moglie aveva chiuso il conto qua e aveva aperto Revolut. Perché Revolut non ti chiede praticamente niente. Quindi questo ti dà anche una nozione della serietà del business. 

Quindi, manda. Manda mille franchi. Adesso non me la ricordo benissimo. Comunque, manda mille franchi dalla Svizzera a Revolut. Revolut li blocca. Perché? Forse li aveva mandati dal conto di sua sorella. Quindi sua sorella li aveva mandati. Glieli bloccano. Poi alla fine riesce a sbloccarli. Però non glieli accreditano sul conto. Li mandano indietro. Ma il conto era chiuso. E quindi finiscono in un limbo. Comincia a parlare con la banca. La banca dice: ‘No, guarda. Devi venire qua. Bisogna.’ Si possono risolvere qua. Quindi finalmente dopo un po’ di tempo ritorniamo in Svizzera. Andiamo alla filiale, in filiale ci tengono lì tipo 800.000 ore. 

Fondamentalmente alla fine il tipo dice: “Eh ma li abbiamo dati in beneficenza”. Perché non sapevamo dove, li abbiamo dati in beneficenza”. Però in tutta questa cosa, che è durata tipo un pomeriggio. Noi eravamo andati in banca. Io, mia moglie e mia figlia, che ai tempi le stavamo togliendo il pannolino. E quindi un momento criticissimo. Perché non sai mai! Ad un certo punto quindi in questa roba lunghissima io la porto fuori dalla banca. Siamo in centro a Losanna. E niente ad un certo punto mi dice devo fare la pipì. Però, ovviamente a quell’età lì quando uno ti dice “devo fare la pipì” non è che gli puoi dire “Tienila”. No. Cioè. Vuol dire: Devo pisciare ora. 

E quindi io vado in un angolo e la faccio pisciare lì. Un tipo mi vede e chiama la polizia. La polizia arriva, scendono in due, uno viene verso di me e già rideva. Quindi mi dice. “No, guarda, insomma, capisco la situazione però sai, se ci chiamano noi dobbiamo venire”. In quella, mentre io parlo con lui vedo in lontananza il tipo che aveva chiamato la polizia che era lì di fianco all’altro poliziotto. Il poliziotto vicino a me si accorge e quindi sono andati da lui e l’hanno scortato via perché avevano paura che io lo ricorressi. E giustamente. Comunque. Cioè. Questa è la Svizzera. Ragazzi. E io ci sono tornato.

Vittorio 

[ 00:41:57 ] Vabbè. Dopo queste bellissime storie di Nicola possiamo dare una chiusura con dei consigli rapidi. Incominciate a usare un password manager. Ce ne sono veramente alcuni che costano molto poco. Ve lo potete mettere anche su un cloud.

Alain 

[ 00:42:14 ] Anche gratis. Bitwarden.

Vittorio 

[ 00:42:19 ] Usate sempre l’autenticazione a due fattori. Soprattutto sulle cose importanti.

Fate backup ricorrenti del PC 

Appoggiatevi a servizi un minimo validi, fatevi qualche ricerca perché poi si scopre che alla fine vendono i vostri dati e non è piacevole. 

Magari utilizzate anche una seconda mail per tutti quei siti un po’ di merda.

Alain 

[ 00:42:58 ] In generale io sono della scuola “troppi consigli uguale nessun consiglio”, anche perché le truffe sono sempre in evoluzione, per cui non ha senso focalizzarsi su una in particolare. La cosa che secondo me dovrebbero fare tutti, una cosa che dovrebbero fare è non decidere mai su due piedi soprattutto se c’è un red flag. Ci, si, dorme sopra se ne parla con qualcuno il giorno dopo voi contattate direttamente l’interessato tramite il numero ufficiale e non quello da qui vi hanno chiamato il mantra deve essere meglio perdersi un’occasione che prenderci un’inculata. 

Tra l’altro se ci pensa bene cioè non esiste nessun caso di emergenza in cui dobbiate rispondere voi al telefono cioè voi non siete il 112. Anche se vi chiama il figlio “è andata in fiamme l’auto”, e sticazzi che cazzo faccio? Chiama i pompieri! Che cazzo mi chiami!L’abbiamo detto ai nonni, ai nostri genitori io e mia moglie e si sono incazzati tutte due però è vero. Che cazzo fai “ho male al cuore, figlio”! Chiama l’ambulanza, cazzo chiami me? Perdi tempo! I

POSTA DEL CUORE

Valentino da Torino.

Ciao Ragazzi, il vostro podcast è fantastico, mi fate spezzare in 2 dalle risate 🙂 Io ho 28 anni, investo da un anno circa e ho un conto titoli su Fineco. Lavoro per un’azienda tedesca ma risiedo fiscalmente in Italia (una situazione un po’ atipica, lo so, ma tutto fiscalmente legittimo) grazie alla prevalenza di Smart Working. Al momento sto investendo progressivamente in un portafoglio diversificato di ETF e ETC a livello globale Azionario 70% , Obbligazionario 20%, Commodities 5%, Real Estate 5%. Ho due domande: 1. Può avere senso per me attivare un Fondo Pensione e se sì quale mi consigliereste da lavoratore estero e dunque non potendo accedere a quelli di categoria? 2. Superati i 30 anni e quindi smettendo di avere le commissioni a 0 conviene ancora avere Fineco o secondo voi Trade Republic e Directa sarebbero da valutare?

Vittorio 

[ 00:45:26 ] La dico. Secondo me deve caricare proprio a pallettoni sul Broker e basta. Perché, alla fine, il fondo pensione raggiunge per meno di quello italiano, come ora raggiunge il massimo, l’ultimo tipo d’anni davanti a sé ed è obiettivamente un investimento migliore rispetto a quel che c’è sul mercato dei fondi pensione. 

Per il Broker, secondo me, Trade Republic secondo me uno di quelli… è carino, ma dopo che hai raggiunto una cifra 10-15-20K è meglio spostarsi sulla roba più seria.

Alain 

[ 00:46:15 ] Beh, io in realtà ti dico l’esatto contrario. Io carichi il fondo pensione se ovviamente solo se hai accesso alle deduzioni Irpef. Quindi se sei partita IVA italiana in regime ordinario o sei dipendente in tal caso potresti risparmiarti un’aliquota del 43%. Cioè, immagino se sei stipendio tedesco sei tranquillamente dentro più i contributi che ovviamente non versi perché in deduzione ed è un bel risparmio! Puoi aprirti un fondo pensione aperto io Amundi secondo pensione. È quello con il consumo minore tra quelli aperti. Però puoi guardare sul sito del Covip, vedi cosa c’è di buono come costi e rendimenti passati. Ovviamente se non deduci non metterci nemmeno un euro magari apri lo stesso che fai la maturi l’anzianità sai mai che un in un futuro ti possa tornare utile però poi non versi nulla.

Nicola 

[ 00:47:09 ] Io non so niente di tutto questo non so nulla.

[Un po’ di caciara sulla tassazione del fondo pensione]

CAZZABUBBOLE

Nicola 

[ 00:48:30 ] Niente noi non avevamo detto che l’avremmo dovuto fare quindi io le storie le storie le ho già dette e quindi non ce ne sono e manco sul consiglio perché io come consiglio volevo dire, l’ho visto due settimane, fa era Adolescence, però il problema è che ormai questo episodio verrà fuori quando praticamente tutti l’avrete visto e quindi uno dice che Cavolo di consiglio è quindi consiglio, più che altro sicuramente. Ve lo siete visti in italiano non è una roba da vedere in italiano, uno perché comunque hanno sto accento che fa spaccare, non capirete un cazzo però fa spaccare. Guardate quei sottotitoli, è come uno che parla strano ma due, perché comunque l’interpretazione anche del ragazzino è fatta molto bene, probabilmente in Italia il ragazzino ha doppiato Pino Insegno, insomma qualcosa ve lo perdete, non hanno preso uno di 13 anni per doppiarlo. Per cui guardatevelo così, comunque è una roba assurda. Io tra l’altro avrei scommesso che il piano sequenza in realtà avevano trovato un modo per tagliarlo mentre lo guardavo, cercavo… ah! Ma adesso c’è un secondo, la camera gira di fronte alla porta e fa il buio, quel buio che gli lascia il tempo di tagliare invece no, è una roba da malati di testa.

Vittorio 

[ 00:50:14 ] Tecnicamente è una roba incredibile, pure come serie, un bel cazzotto in faccia! Io invece consiglio la concorrenza, cioè il podcast Binario 11 di Bankstation. Secondo me sono tra i migliori creator in Italia, finanziari, non sono esattamente così famosi, però fanno dei podcast eccezionali, sono molto simpatici e hanno fatto questo nuovo podcast in cui ogni settimana commentano una notizia di attualità. Dura circa un’oretta, ad esempio hanno fatto tutte le fusioni che sembrano stiano succedendo nel mercato bancario italiano, perché sta succedendo eccetera eccetera. È molto semplice: riescono a spiegare le cose molto bene e loro sono veramente bravi; non come noi, non sono così professionali come noi; non fanno ridere, no; fanno anche ridere. Posso essere molto meno di noi, questo è un po’.

Alain 

[ 00:51:08 ] Io invece vi consiglio un libro, ‘Le armi della persuasione’ di Robert B. Cialdini. Cialdini è uno psicologo sociale si è specializzato per decenni nell’ambito dell’acquiscienza, acquiscienza; sentite che termine. Praticamente lui studia le motivazioni che fanno si che una persona ti dica di sì nelle vendite, nel marketing, nel fare un favore a un amico, nel dare una donazione in chiesa. Per farlo a parte agli studi accademici si è anche intrufolato in una cinquantina di aziende come venditore. Ogni volta che aveva il mese libero lo buttavano dentro a fare uno stage da qualche parte. Quindi ha girato, ha fatto il concessionario da Toyota, il venditore di Folletto, tutte cose di questo tipo. Il libro è una sintesi di gran parte del suo lavoro e individua sei principi psicologici che muovono il comportamento umano e che se sono solleticati nella maniera giusta portano a una persona a dire ‘sì’. Da quel che dice lui, lui ha iniziato perché si faceva inculare di continuo. Ha detto: ‘Ma posso essere così figlio mio? Mi sono fatto trambare ancora e allora ha iniziato a studiare psicologia sociale per quello.