Oggi giochiamo a tiro alla fune: da un lato chi pensa al futuro, dall’altro chi vuole godersi la vita. Risparmiare o spendere, lo yin e lo yang della finanza. 

I consigli di oggi:
Nicola: Thinking Basketball
Vittorio: Il commosso viaggiatore di G. Covatta
Alain: Buffalo Bike

LA PROMO

Vista la puntata, ti diamo due promo:
A: Pensa al futuro investendo su te stesso con Audible ed i suoi 30 (o 60) giorni gratis;
B: Apriti un conto corrente Credit Agricole, beccati 150€ di buoni Amazon e goditeli.
Vuoi altri referrals? Dai, Facce campa!

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Se non ti basta ascoltarci, leggici: The Italian Leather Sofa, Salto Mentale e Finanza Cafona.

Ascoltalo qui:

Trascrizione della puntata

Ebbene sì, c’è chi si è smazzato la sbobba per te pur di permetterti di cercare al volo se abbiamo nominato Cicciolina. Chi è quel santo? Clipto, che spacca i culi nel trascrivere audio in testo, anche in italiano. E non lo diciamo perché ci pagano l’obolo se ti abboni. O forse sì? Puoi scoprirlo nella settimana di prova. Ora bando alle ciance altrui e passiamo alle ciance nostre.

Vittorio 

[ 00:00:42 ] Oggi affrontiamo un dilemma che tutti prima o poi ci troviamo ad affrontare: meglio risparmiare per il futuro o concedersi qualche sfizio e godersi il presente? Da un lato ci dicono che dobbiamo mettere da parte ogni centesimo per costruire il nostro futuro, dall’altro insomma la vita è breve e uno può schioppare da un momento all’altro. Quindi, che senso ha accumulare della ricchezza se poi non la puoi godere? In questa puntata cercheremo di capire come trovare il giusto equilibrio tra prudenza e piacere senza avere sensi di colpa. Vedremo strategie per risparmiare senza sentirsi privati di tutto, parleremo degli errori più comuni quando si tratta di gestione del denaro e condivideremo qualche trucco per concedersi alle soddisfazioni senza far piangere il conto in banca. 

Sì vabbè parte nulla di tutto ciò ma che vi pare faremo solo un po’ di cacciara. Nicola ci racconterà qualche aneddoto; siamo tutti qui d’altronde aspettare questo quel momento, cioè del podcast in sé ce ne frega relativamente, però il tema obiettivamente è interessante quindi come si può fare ad avere il meglio dei due mondi, cioè godersi la vita e al contempo risparmiare un po’ di soldini per non avere sempre paura di arrivare a fine mese con 25 euro sul conto corrente?

Alain 

[ 00:01:49 ] Ma sapete ragazzi, che ho l’impressione che alcune persone tendano a risparmiare i soldi per non avere sempre paura di soldi in modo naturale, mentre altre spendono senza pensarci troppo e trovano che quella sia la loro dimensione, cioè proprio quasi culturalmente. Non lo so se è culturale o genetico, avete notato anche voi una cosa del genere? 

Vittorio 

[ 00:02:15 ] Questo porta le classiche battute su una determinata etnia e religione, lo sai? Il fattore culturale obiettivamente c’è, no, c’è la classica cosa, i genovesi no, che risparmiano, oppure dei popoli un po’ cicale però sono quelle cose che, secondo me, se vai ad utilizzare la lente… è un po’ una gazzata e queste generalizzazioni però c’è secondo me qualcuno che è più portato.

Nicola 

[ 00:02:32 ] Beh ma questo cioè secondo me è documentato abbastanza bene più che a livello di gruppi, la storia personale comunque impatta molto su come poi cresci e vedi queste cose. Se hai avuto una famiglia che spende poco o soprattutto una famiglia è successa una crisi finanziaria e quindi tendi ad essere più conservativo, oppure tendi a scialacquare di più. Guarda tutte le dinastie: no il fatto che perdano i soldi in due o tre generazioni;

Alain 

[ 00:03:16 ] Una la costruisce, l’altro la mantiene, l’altro la sperperano. Ricordo miei nonni dopo che comunque stavano bene nel senso sono emigrati hanno fatto la fame, le difficoltà e qualcosa hanno fatto. Però a 80 anni erano rimasti uguali: cioè faticavano a prendersi una televisione nuova.

Vittorio 

[ 00:03:30 ] La seconda me c’è un fattore più che magari quello che è la zona anche culturale; è anche una predisposizione all’ottimismo o al pessimismo che tu hai dentro, che è dovuta anche da quello che ti è capitato nella vita nella tua famiglia. Forse quindi la strada è qua è quello che dice un po’ Housel che è essere cinici ottimisti mi sembra dice una cosa del genere, cioè sul futuro tu devi essere ottimista, che ci sia una crescita, ma sul sul presente devi essere un po’ cinico e realista a renderti conto che magari tutti i sogni che ti fai non è che sono realizzabili dal giorno al domani.

Alain 

[ 00:04:02 ] Secondo voi è possibile cambiare mentalità?

Nicola 

[ 00:04:05 ] Ma anche lì dipende insomma il fatto delle persone che hai intorno, comunque ti influenzano sicuramente.

Vittorio 

[ 00:04:13 ] Però obiettivamente secondo me si può fare anche da solo. Si può fare un percorso, ad esempio. Io ero uno di quelli naturalmente portati a queste cose, però a un certo punto mi sono svegliato. Scoprendo magari casualmente libri o podcast incassaforte, essendo naturalmente curioso, sì! C’è un fattore, però anche il fatto di dire che non trovi qualcuno è difficile. Sono un po’ le solite scuse per non affrontare davvero le cose, cioè la responsabilità personale tendiamo a metterla fuori perché è comodo, poi però andiamo a scuola ci insegnano le cose diciamo che sono inutili, capito cioè noi vorremmo che qualcuno a scuola ti insegni però poi se dici a che palle quindi è un controsenso, forse.

Nicola 

[ 00:05:01 ] Secondo me è legato a quello è il fatto che l’essere umano non comprende come le cose scalano esponenzialmente, cioè capiamo solo le robe lineari ma quelle esponenziali no, cioè il potere tra virgolette del risparmio è proprio quello che se hai tanta vita davanti a te anche risparmiare poco poi diventa diventa tanto nel lungo periodo. Il problema è che poi per capire questa cosa tipicamente vai dal consulente finanziario e lui ti fa vedere questi simulatori, però anche lì ti aiuta a visualizzare e a comprendere, ma il problema di queste simulazioni è che l’output che ti danno dipende molto dagli input con cui costruisci la simulazione, quindi basta che cambi pochissimo quell’input e i risultati cambiano e magari poi appunto le persone non o si fidano troppo e poi rimangono stupite se qualcosa succede che era diverso da come se l’erano immaginato oppure non ci credono proprio dall’inizio perché ti trovi davanti a talmente tanti scenari che magari dici “vabbè allora sta roba è inutile”

Vittorio 

[ 00:06:16 ] Oltre a non capire questa cosa io credo che vivere la vita molto vabbè ce l’ho spendo no quello ti dà una gratificazione istantanea e quindi tu vedi subito il risultato mentre ad esempio un percorso che va avanti nel tempo invece è una cosa che spesso è molto immateriale. Forse anche per questo che ad esempio in Italia si ha una logica molto del mattone perché, io lo vedo, io lo tocco, io ce l’ho. Cioè, se noi vedessimo un po la nostra il nostro mondo con gli occhi di ragazzino che studia storia al liceo, secondo me troveremmo molte cose divertenti, come guardiamo, ne so le cose del 1900 del 1800.

Alain 

[ 00:06:51 ] Tra l’altro mi fa venire un’idea di business: potremmo fare dei certificati per le azioni, no per gli ETF: “hai 72 quote”, un bel certificato così la gente lo tocca e tra l’altro è quello che si sente.

Nicola 

[ 00:07:02 ] Con il cedolino; così quando prendi il dividendo devi staccare il cedolino, la gente impazzisce.

Vittorio 

[ 00:07:13 ] Tutto ciò chiaramente nel andare un po’ più a fondo di questa cosa, c’è tutto il ruolo dell’inflazione del costo della vita che effettivamente è molto controintuitiva. No, perché dici va bene la banconata da 100 quella è sempre 100, perché tu mi dici che vale di meno? Un po è quello poi è uno, gli dice ma ti ricordi, la canzoncina volevo rei avere mille lire al mese, è mille lire al mese che ci facevi negli anni ’90, niente, quella dell’inflazione e sostanza.

Alain 

[ 00:07:40 ] È vero, però comunque, secondo me, a tante persone gli fa venire la voglia di spenderseli subito; no, perché se domani valgono meno e me li mangio piuttosto.

Nicola 

[ 00:07:53 ] Secondo me c’è anche parlare di scelta quindi non è al cento per cento corretto a meno che poi ci sono quelli che dicono vabbè ma tanto se mi va male tanto c’è lo stato però risparmiare entro certi limiti è obbligatorio perché poi se uno vuole essere veramente indipendente e non sai cosa ti capita in futuro perché si discute tanto del FIRE ma ci sono anche tante persone che in FIRE ci vanno perché vengono licenziate e non trovano più lavoro quindi devi avere una soluzione per quello.

Alain 

[ 00:08:37 ] Vero una rete di sicurezza se non altro ma tra l’altro se ci pensi comunque l’onflazione in qualche modo vale anche per il valore del tuo tempo. Cioè, questo è anche questo è un pochettino controintuitivo, no? Secondo me, un mese da trentenne ma penso secondo chiunque, un mese da trentenne vale di più di un mese da ottantenne, perché stai meglio fisicamente, più energie, sei in grado di fare più cose. Magari sei anche più libero. Sacrificarsi troppo può essere sbagliato.

Nicola 

[ 00:08:52 ] Quello che rende questo problema ma c’è possibile da risolvere però insomma, tornando al discorso dell’inflazione, c’è anche legato l’importanza dell’investire anziché dell’accumulare della liquidità o comunque degli strumenti a chiamiamoli a basso rischio se non consideriamo il rischio dell’inflazione per questo secondo me, secondo noi investire anche lì diventa obbligatorio entro certi limiti

Vittorio 

[ 00:09:38 ] Ci stai proponendo una tattica da cassettista con obbligazioni indicizzate all’inflazione per caso?

Nicola 

[ 00:09:39 ] No, tutto TFR, tutto in TFR.

Vittorio 

[ 00:09:46 ] Però io non sono del tutto convinto che non esista una soluzione, cioè, dei modi esistono, ce ne sono anche di cose abbastanza semplici. Ritorna sempre il principio della volontà; è vero che ci sono tante persone che obiettivamente stanno in una condizione costante di sopravvivenza. Però è anche vero che se uno ascolta quello che succede a un bar sembrano tutti che stanno, sono degli abitanti del Burkina Faso che devono caricarsi 4 litri d’acqua al pozzo che sta a 3 ore di passeggiata dalla propria abitazione. Quindi in realtà esistono e c’è sempre la volontà personale di affrontare questa cosa e anche la capacità un po’ adulta di capire che alcune cose semplicemente non ce lo so può permettere. 

Ad esempio vedevo una storia di un canale su Instagram che parla più o meno di questi temi finanziari e diceva poi discutibile come cosa. Però ha detto non è normale che tu abbia un aspirapolvere che costa 500 euro, non è normale che tu abbia un telefono che costi 1500 euro, non è normale che ti fai 3 vacanze da 3000 euro cioè nel senso questa cosa non è normale è un’eccezionalità del nostro mondo prima di tutto e il fatto che poi non te li puoi permettere chiaramente a livello sociale può essere problematico ma non è un tuo diritto. Detto ciò, secondo me, qualche cosina di budgeting ce la possiamo la possiamo consigliare.

Alain 

[ 00:11:26 ] Parto io dai con “pay yourself first”, cioè paga prima te stesso, che non è di Kiyosaki, prima che Vittorio mi salti alla giugulare. Viene invece da George Clason. L’ha descritta nell’uomo più ricco di Babilonia. Secondo me l’idea non è male. Cioè si collega la legge di Parkinson, quella secondo cui le spese o il tempo consumato in un progetto si espande fino a occupare tutta la deadline e la stessa cosa avviene anche per le spese. L’idea è questa: metti da parte una porzione delle tue entrate ogni mese come prima cosa appena ti arrivano i soldi, il resto te lo fai bastare per tutto il mese e vedrai che non sarà una gran fatica.

Nicola 

[ 00:12:10 ] Secondo me è giusta fino al punto in cui dici che non fa una gran fatica perché in realtà, in realtà, secondo me è una gran fatica mentale come processo. È vero che le spese si espandono come dici tu nel senso se hai soldi poi finisci che li spendi, però e questo io lo vedo per me perché io seguo questa roba qua alla fine li metto via all’inizio e il resto appunto lo spendo. Perché poi comunque hai un tot di spese tra virgolette discrezionali e quindi… Il problema è che vivi sempre con questa condizione da non arrivo a fine del mese che però è una condizione autoimposta e quindi quella da un certo punto di vista secondo me è la grande limitazione che ti stressi magari in una condizione in cui non dovresti stressarti e la seconda è che comunque hai il problema che ci sono delle spese che tendenzialmente non copri in un mese e quindi è lì dove casca un po’ la teoria perché cosa fai o ti crei un foglio Excel con milioni di entrate. Quindi che ne so? Appunto devi comprare l’aspirapolvere, allora o aspetta che questo mese metti una quota per l’aspirapolvere, poi metti una quota per le vacanze, poi metti una quota per il cellulare, poi una quota per il dentista e non lo so, cioè io lo dico probabilmente poi magari finisce quella roba di Churchill che è il miglior modo possibile, esclusi tutti gli altri o non lo so, è il meno peggio. Insomma, ecco, non la vedo comunque purtroppo così indolore.

Alain 

[ 00:13:57 ] Ma quel 10% in più al mese ti fa una differenza?

Nicola 

[ 00:14:02 ] No, perché secondo me, comunque, almeno io tendi a ottimizzare pure quello, cioè non parti dal 10%, lo tieni al 10%, poi comunque dici: ‘Ah, ma allora posso fare il 12, il 15 e pian piano sali. Da un lato non vuoi rompere la routine perché è brutto, dall’altro appunto non sai mai poi come andrà in futuro, ecco.

Vittorio 

[ 00:14:36 ] Per me quella è una cosa divertente; pensa che brutta vita che faccio. Comunque esiste un metodo di fare budgeting che è quello di un’altra divinità asiatica che si chiama Ramit Sethi e si chiama Conscious Spending Plan. Cioè lui dice: sostanzialmente tu fai un attimo un recap di quello che ti succede, il 50% dei tuoi ricavi mensili vanno nelle spese fisse. Che lui allarga molto, in realtà. Cioè, dovrebbe essere la casa che ne so la rata della macchina, le bollette, ma anche che non so la palestra, il cibo, eccetera. Al massimo puoi arrivare al 60% se arrivi a queste percentuali, vuol dire che c’è un problema e devi cominciare a cercare un nuovo lavoro per guadagnare di più, eccetera. Perché altrimenti non è sostenibile. 

Il 10% va in un investimento fondo pensione, eccetera. Un 5-10% in risparmi e tutto il resto invece sono soldi che tu ci fai il cazzo che ti pare. Chiaramente poi il sistema è un po’ più complesso, cioè lui ad esempio ha creato tutto un sistema di automatizzazione attraverso i bonifici che tu sai, il 27 ti arriva lo stipendio e il 29 fai partire una serie di bonifici in cui il 10% va direttamente verso diciamo il fondo pensione, il 5% dentro il conto deposito che tu hai da qualche parte eccetera eccetera. In modo tale che tu dopo che hai fatto questo lavoro per che ne so due settimane ti sei sistemato tutto. Poi ti guardi, ti prendi la tua ora al mese per vedere se funziona tutto, se c’è qualche problema e per il resto del tempo ti godi la vita. 

Non è un sistema alla portata di tutti, soprattutto in Italia, rispettare certe percentuali è un pochino complicato tra costo degli affitti e stipendi un pochino bassi, però come modo secondo me è molto più interessante.

Nicola 

[ 00:16:18 ] Vedi, sei anche più evoluto di me perché io quando ero in Inghilterra, loro chiamano Asian giustamente Asian anche gli indiani, ma per me se tu mi dici Asian, io penso alla Cina, il Giappone così. Ma tecnicamente, anche un libanese è Medio Oriente, eh? Sono tutti Asian, però non non lo so, cioè automaticamente non mi triggera.

Vittorio 

[ 00:16:44 ] Pensai, io li considero delle divinità. Pensai quanto sono avanti nella scala comunque di accettazione. Poi comunque, secondo me, c’è sempre la legge di Pareto che funziona benissimo soprattutto quando vuoi tagliare le cose, cioè se proprio la vuoi fare facile-facile fatte una lista di tutto quello che spendi i primi cinque mediamente tagli qualcosa e hai risolto facile-facile dove andare a colpire mirato poi tutto il resto se vuoi ci scazzabubboli però più o meno il grosso l’hai fatto.

Alain 

[ 00:17:22 ] Parlando di Pareto, spesa magari tocchiamo il concetto di spese consapevoli, perché abbiamo detto risparmiare, abbiamo detto spendere. Però come spendere i soldi in modo intelligente, dando la priorità alle esperienze, agli oggetti, alle cose che ti portano reale valore nella vita, è un tema cruciale in questa discussione. Partiamo questa sezione qui citandovi Seneca, che diceva che la natura è stata gentile con l’essere umano. Lui parlava da un’altra epoca di estrema abbondanza e diceva sostanzialmente tutto quello che ti serve davvero per sopravvivere ti viene quasi gratis. Costa poco un tozzo di pane, costa poco un pezzo di formaggio, costa poco. Non hai bisogno di affaticarti tanto. Noi ci arrovelliamo tantissimo su una marea di cose, che in realtà sono di più. Siete d’accordo con questa idea?

Nicola 

[ 00:18:31 ] Perché lui non sapeva dove era la Svizzera.

Vittorio 

[ 00:18:34 ] Allora a me Seneca piace molto il problema è che lui predicava bene ma razzolava male perché era noto per fare feste da mignotterie varie di grandi quindi oggi secondo me è quasi al pari di un radical chic di quelli che un pochetto… diciamo come argomento è interessante comunque effettivamente io sono d’accordo, cioè, come quando ti fai quelle belle passeggiate in cui spendi veramente zero scopri dei posti che non conoscevi. Però là dipende dalle possibilità che hai avuto dal mondo in cui sei cresciuto. C’è ad esempio tanti che vengono da altre situazioni, in realtà di sperimentare certe cose gli piace molto di più quindi dipende molto dalla condizione in cui vieni. Secondo me qualsiasi cosa che è un eccesso di base è problematico perché rappresenta una mancanza di qualcos’altro. Io sono fermamente convinto di questo, un eccesso in non fare nulla o fare troppo è sempre qualcosa, un segnale che qualcosa non sta funzionando bene nella tua vita.

Nicola 

[ 00:19:37 ] Ma sì, ma secondo me è quella, un po’ la chiave. Cioè, non è difficile capire da che punto da che parte dello spettro sei tu. Tu, tu, tu che ci ascolti. Quindi se spendi troppo o non spendi niente. E quindi magari è semplicemente una questione di fare un passo verso l’altro lato della dello spettro no? Magari, o ragionare un po’ di più quando hai la voglia di spendere o ragionare molto meno e spendi un po’ quei soldi.

Vittorio 

[ 00:20:06 ] Per gli acquisti comunque io uso una regola che è la regola dell’ammortamento, la chiamo così. È tipo quella delle aziende. Invece di comprare cose che hanno un periodo di vita molto breve, che però costano generalmente-diciamo-meno. Ne so tu prendi un paio di scarpe costano 100 euro. Li utilizzi per due anni. Il costo per anno è 50 euro, è 50 euro, ok? Se invece compri un modello anche da 300 euro ma ha un periodo di lunghezza di vita di 10 anni, poi lo devi risuolare e vivono altri 10 anni. Chiaramente il prezzo ammortizzato per anno è molto minore, cioè che ne so è 30 o è 20. In questa maniera, tu in realtà ragionando in questo modo, pero devi essere consapevole che poi lo vai a usare, non è che ne compri 700 all’anno, ne compri uno, due paia all’anno, ad esempio di queste scarpe. Pero comunque ti puoi permettere oggetti di qualità concentrando la tua spesa in un solo momento invece di disperderla in tante micro-spese.

Nicola 

[ 00:20:57 ] Pensavo invece che riguardo alle aziende tu avessi preso la procedura che ogni volta che devi fare un acquisto, ti serve l’autorizzazione di 20 persone e quindi ora che hai preso tutte le autorizzazioni, ti è già girato il cazzo e non lo fai più.

Alain 

[ 00:21:14 ] Vi racconto la mia tecnica allora dai penso che sia il momento di taccagni anonimi. La chiamo desiderio necessità soluzione. Così gli diamo anche un nome. Praticamente parti da un desiderio di solito hai che so vedi su Decathlon questa bellissima bici da gravel e dici wow, che figata voglio prendermi questa bici da gravel! Invece di comprarla subito, faccio un passo indietro e penso a qual è la necessità che vado a risolvere con questo desiderio. E di solito può essere: voglio farmi un viaggio in bicicletta bello lungo, quindi un’attività all’aria aperta. Quindi, cerco di pensare a una serie di soluzioni almeno dieci che possano risolvere questa mia necessità. Le ordino per comodità, costo, quello che è la mia risorsa scarsa in quel momento e scelgo la prima; il più delle volte finisco per non comprare un cazzo, andare a farmi una passeggiata o prendere la mia Bianchi fucsia, che ce l’ho veramente ragazzi.

Vittorio 

[ 00:22:15 ] Secondo me, anche un buon bilanciamento è che se voi siete portati ad essere molto razionali, avere qualcuno accanto che possa essere un amico oppure compagna, compagno, compagna di vita, che sia un po’ diverso da voi perché in qualche modo secondo me uno si aiuta con l’altro cioè o vi ammazzate vabbè sono altri problemi non ci interessa non siamo questo tipo di rubrica oppure vi stimolate in una maniera positiva uno nell’altro perché è vero che razionalizzare è economicamente più importante prendi scelte eccetera. Però è anche vero che a volte quelle scelte istintive in cui dici stai a casa sono le due e dici senti ma andiamo in posto X senza aver organizzato nulla sì magari spendi che ne so il 30-40% in più però obiettivamente è una di quelle cose che ti possono illuminare un periodo della vita insomma cioè è una di quelle cose che danno energia alla vita quindi se magari trovare un bilanciamento tra queste cose.

Nicola 

[ 00:23:11 ] Alla fine stavamo parlando di un po’ di questa di andare sull’onda no? Di seguire l’onda e quindi questo ci porta a dire come spendere senza rimorsi, e non so perché l’avete assegnata a me, non ho capito come mai. Però io posso solo dire una roba: a me distruggono post che vedo con la gente che dice ‘qual è la cifra giusta da spendere per il mio matrimonio?’ oppure ‘a che livello di income ricchezza posso permettermi la macchina X?’ Ma è il tuo matrimonio! Cioè, perché perché cerchi qualcun altro che ti venga a dire quanto devi spendere per il tuo matrimonio? Sanno cioè, decidilo tu no? Lo saprai tu no? Poi, cosa vuoi fare? Cosa non vuoi fare? Si entra poi in questo loop tremendo che, però, tante volte è anche legato al contrario a quello che dicevate voi prima delle vacanze no? Della gente che invece lo fa, non perché gli fa cioè perché vogliono avere loro un determinato tipo di festa o quello che vuoi, ma perché pensano che le altre persone si aspettino che quella cosa succeda in quel modo.

Alain 

[ 00:24:21 ] La pressione sociale. Alla fine, c’è pressione sociale nel risparmiare come nello spendere.

Vittorio 

[ 00:24:25 ] Ma secondo me, la strada difficile è là a capire obiettivamente le cose che ti piacciono, cioè a tanti piacciono tantissimo i viaggi e a tanti non piacciono per niente no? Tanti magari piace spendere migliaia di euro in libri e ad altri no quindi ognuno dovrebbe tarare la vita sulle passioni sempre citando il vivo Ramit lui dice spendi come se non ci fosse un domani in quello che ti piace e taglia senza pietà nelle cose di cui non ti interessa assolutamente niente effettivamente è un ottimo principio

Alain 

[ 00:25:02 ] purtroppo la pressione sociale comunque influisce tantissimo la senti lo stesso lo senti lo stesso anche se hai questa lucidità razionale di farlo in questo scegliersi bene gli amici aiuta no? nel senso scegliti gli amici che hanno passioni che veramente ti prendono non stare lì col solito gruppo delle medie che hanno i macchinoni e tu vai in giro in bicicletta e basta no?

Vittorio 

[ 00:25:12 ] si sono d’accordo forse è una delle cose più importanti per stare bene e scegliersi delle persone a cui ci sente stimolati ecco il problema è quello dei sunk cost no? Dici vabbè, lo conosco da 20 anni. È molto brutto, obiettivamente, perché si spezzano legami e cose del genere. Però a un certo punto, se non sai più che dirti, i modelli di vita sono completamente diversi. Non stiamo parlando di economici e roba del genere, ma di proprio di come si affronta la vita. È di questo stiamo parlando, e a un certo punto, uno taglia e si ricostruisce. È chiaro, è faticoso trovare persone nuove; è difficile quanto ti pare. Però, comunque, è possibile.

Nicola 

[ 00:25:47 ] In quel mondo, in quel mondo, sparirebbero tipo il 20% dei film, delle serie TV, che sono tutte basate sul ‘oh, siamo cresciuti insieme’. Adesso, tizio X è ricco, tizio Y è povero, e facciamo di queste gag contro i ricchi e gli stereotipi dei poveri.

Alain 

[ 00:26:08 ] Ma infatti fa ridere, perché è assurdo, assolutamente. Ma tra l’altro, non si è neanche obbligati a spezzare i legami. Sono del parere che spezzare i legami sia rude. Fai ghosting. Ah no! Guarda questo weekend: sono impegnato con queste altre persone qui. Cioè, non c’è nulla di male, vabbè.

Nicola 

[ 00:26:28 ] Però soprattutto adesso, rischi che ci sono quelli che hai ghostato, che ti ascoltano e poi si accorgono, ah erano tutte cazzate! O fai come mia moglie, che dice: ‘Ah no, no, non posso uscire, perché mio marito deve registrare il podcast’.

Vittorio 

[ 00:26:57 ] Vabbè, però, comunque, alcune cose da evitare, cioè se possono fare, cioè alcune cose che se è veramente un po’ ridicolo, possiamo dirlo sì.

Alain 

[ 00:27:04 ] Io ce n’ho una proprio nel cuore, che è quella la crisi di mezza età del pelato con la Porche, cioè quando quando finirò così perché è solo questione di tempo. Sarà il peggio.

Vittorio 

[ 00:27:17 ] Il tipo Bezos che diventa debotto palestrato a bestia pieno di ormoni, cioè per carità, se ci tieni al tuo fisico va benissimo, ma là sei proprio ridicolo, cioè. Quella è l’equivalente della Porsche

Nicola 

[ 00:27:30 ] Però l’ha fatto, l’ha fatto per lui, cioè capisci che ovviamente è una un po’.una rivincita quelli che erano i miei compagni delle medie che mi vedevano come un nerd adesso però dall’altro lato penso l’ha fatto per lui.

Vittorio 

[ 00:27:52 ] Allora lui c’ha avuto chiaramente la crisi di mezza età quando si è lasciato con la prima moglie si è messo con quell’altro cioè è palese però tra lui e il cambio di Zuckerberg cioè Zuckerberg comunque tu rimarrai sfigato tutta la vita cioè proprio si vede che è della roba che non fa per te non funziona

Nicola 

[ 00:28:14 ] non lo so perché come dico dicono adesso che ha il jewfro che è l’afro dei giù ah ok un po’ Cioè, almeno rispetto allo stato in cui stavo degenerando, questa puntata no, non lo chiamano loro così, però rispetto al taglio, quello di Frankenstein. Insomma è migliorato quando faceva i video sul foil con la faccia tutta bianca.

Alain 

[ 00:28:30 ] Sapete cos’è, non è tanto il cioè se lo fanno per loro, sì ok, ci sta no, ma manca il pelato con la Porsche, lo fa per sé stesso. Il fallimento secondo me sta nel fatto che l’hai fatto tardi. Cioè, nel senso tu sei stato lì a leccare i culi, a fare un sacco di sacrifici, perché queste persone qua hanno fatto un sacco di sacrifici no, Bezos non so se sta cominciando a vivere adesso, però ha lavorato come un somaro eh, cacchio. Sono tutte persone che hanno lavorato come dei somari. Io parlo del pelato con la Porsche, comunque e poi, a un certo punto si accorgono che oh porca troia, guarda caso morirò tra un po’. Che cazzo ho fatto io fin qui? Mi prendo la Porsche, cioè è proprio la compensazione. È quello che a me turba. Non è lo spendere su se stessi, va benissimo.

Vittorio 

[ 00:29:21 ] Però, là ragionandoci no, non te lo sei potuto permettere da giovane. Ti sei fatto un culo nella vita perché non dovrei prendermela, se mi piace.

Alain 

[ 00:29:29 ] No, per carità, ci sta. Ci sta. Se continui a lavorare, però, come un somaro, per pagarti la Porsche, sei un coglione.

Nicola 

[ 00:29:36 ] Infatti, in Margin Call, che lo spiegano bene, quello il personaggio, quello di di Kevin Spacey, che dice: ‘Cioè deve mangiare un sacco di merda ancora, perché deve solamente mantenere è costretto a mantenere quello stile di vita. No, quando gli dice vabbè, ma che cazzo te ne frega? Hai guadagnato non so quanti milioni e non può comunque. 

Secondo me, il problema che rende questa cosa impossibile da risolvere è che la scelta tra goderti la vita oggi o risparmiare è che sai se hai fatto tra virgolette un errore solo in futuro cioè lo sai quando è successo no e l’altro giorno leggevo questo cioè questo blog da uno che si chiama The Poor Swiss che ha fatto un esperimento. All’inizio mi è sembrato un po’ stupido, ma in realtà è molto bello, cioè lui ha preso la classica regola, quella del 4%, così tecniche di withdrawal e ha detto ‘vabbè, ma allora vediamo cosa succede se io taglio le spese con certe regole fisse, tante volte anche se il mercato viene giù, nello struttura normale tu continui comunque a spendere quel che ti hai prefissato all’inizio. Lui dice ‘vabbè, ma se io taglio le spese, aumento la probabilità di successo, che è una cosa che succede effettivamente. Lui dice: ‘Guarda, che ne so tipo se il valore del mio portafoglio arriva ad essere il 90% di quello che era il valore iniziale, allora spendo il 5% in meno, il 10% in meno, fa tante simulazioni e quindi lui fa vedere che effettivamente la probabilità di successo aumenta. Però poi lui va a guardare quando quel taglio di spesa era un errore nel senso, i casi in cui se non avessi tagliato la spesa, comunque ce l’avresti fatta e sono praticamente la maggioranza. Il fatto è proprio quello che alla fine non sai mai come ottimizzare, sostanzialmente, nell’arco del tempo e delle risorse, perché non saprai mai cosa ti succederà in futuro e quindi è lì il motivo per cui faremo 800 episodi su questo tema, poiché nessuno… non è perché ci mancano le idee assolutamente no, non è per questo.

Alain 

[ 00:32:00 ] Comunque, questo si applica anche alla regola del 4% base nel caso base, perché in gran parte dei casi in realtà ti esplode il capitale e muori ricchissimo.

Nicola 

[ 00:32:12 ] Infatti sono fortunati i figli di quelli che hanno capito questa cosa, perché sono quelli che se la godranno.

Alain 

[ 00:32:18 ] Comunque, sono più fortunati i figli di quelli che non lo hanno capito, così continuano a lavorare a bomba si spaccano fino ai 70 anni, pensando di non arrivarci. Invece… Comunque, come avete capito è sicuramente un tema complesso molto soggettivo tra l’altro. Potrebbe magari aiutare a definire la propria versione di quello che è il benessere finanziario, cioè cosa significa davvero stare bene economicamente. Come, come si può trovare la propria formula ideale? Io ve la lancio lí: secondo me è un tema chiave è tempo contro denaro, cioè gran parte dei miei colli di bottiglia per godermi le cose è il tempo che manca non è il denaro che manca e penso che sia così molto presto nella vita, non lo so se sbaglio.

Vittorio 

[ 00:33:09 ] Io invece dico: il saper dire abbastanza. Che vuol dire accettare di stare più o meno nel mezzo delle cose che posso avere, ma anche di essere soddisfatto, cioè a un certo punto dire ‘va bene così’ non essere neanche invidioso di quello che hanno gli altri. Ad esempio, ogni tanto un amico mi dice: ‘ora, che mi hai detto quanto hai guadagnato, quella cosa’. Io mi sono posto come obiettivo che dovevo fare una settimana, quanto te io ho fatto, ma sei pazzo! Io sono felice se tu guadagni bene. Lui mi ha guardato un po’ stranito, cioè ha detto: ‘ma perché io dovrei entrare in scontro con te?’. Però, perché semplicemente dici ‘va bene’, no?

Nicola 

[ 00:33:50 ] Oh, ieri sera proprio ieri sera ho visto l’episodio di The White Lotus dove il tipo dice esattamente: ‘Il segreto della vita è saper dire abbastanza sapere quando smettere’.

Vittorio 

[ 00:33:59 ] Mi menzionano già mi menzionano già.

Nicola 

[ 00:34:01 ] No, secondo me è quando diventi padrone del tuo tempo. Però dall’altro lato vuoi avere almeno… per come la vedo io delle risorse che ti permettano di fare delle robe che non siano stare sul divano tutto il tempo a guardare Netflix. Perciò devi, un attimino, guadagnartela questa padronanza del tempo.

POSTA DEL CUORE

Alain 

[ 00:34:27 ] Eccoci alla posta del cuore, come sempre vi ricordo che ci potete contattare nei modi descritti nella show notes, che sono vabbè reddit, commenti dove vi pare, recensioni, segnali di fumo, email, il nostro sito col forum magnifico GDPR compliant. 

La prima lettera viene da Michele.

Ciao ragazzi, ho scoperto solo da qualche mese il vostro podcast ma mi piace un sacco e sto recuperando velocemente tutti gli episodi dopo Coletti e Riccardo Spada servivano le perle di saggezza di tre cazzoni come voi.

Io ho iniziato a investire un paio di anni fa e all’inizio ho comprato senza una logica e senza definire obiettivi né una strategia. Poi mi sono documentato, mi sono reso conto della mia situazione e ho iniziato a sistemare le idee e capire cosa mi serviva in Particolare adesso mi ritrovo ad avere in portafoglio alcuni ETF azionari tematici, il cui contenuto, come avete detto voi, non saprei spiegare a mia nonna. 

Il mio dubbio è: tenerli o venderli? Costituiscono circa il 10% del mio portafoglio, quindi da un lato posso dire “con una parte del mio patrimonio faccio una scommessa su quei temi”. Non ho bisogno di liquidità in questo momento e tra tutti ci sto perdendo qualcosa. Però due anni sono un periodo di tempo troppo breve per tirare le somme no? Dall’altro lato, non voglio cadere nel bias della loss adversion di cui avete parlato e mi piacerebbe tenere il mio portafoglio il più pulito possibile senza estremismi. 

In questi ragionamenti conta il valore assoluto degli investimenti o solo quello relativo sul portafoglio? Come capisco se sono da classificare nei famosi investimenti di merda di cui avete parlato? Grazie. 

Alain

Vabbè. Io monopolizzo e rispondo subito con la mia: secondo me metà dei problemi nella vita li risolvo da solo senza che qualcuno ti dica niente semplicemente guardandoli da un diverso punto di vista. In questo caso, se tu avessi quel 10% del tuo portafoglio nel conto corrente, liquidi, come lo investiresti? In quei fondi? Nel resto? In metanfetamine? Il fatto che oggi siano investiti nel modo in cui sono è irrilevante, è un sunk cost.

Nicola 

[ 00:36:33 ] Tra l’altro casca a fagiuolo perché oggi e quindi un mese fa per voi che ascoltate qualcuno sul subreddit ha scritto praticamente la stessa roba, però non è riuscito a capire questo concetto, cioè il fatto che se tu sei in perdita o in guadagno non vuol dire niente rispetto alle scelte dovresti sempre riguardarle come ha detto Alain: cosa faresti oggi? Cioè se avessi quei soldi liquidi o comunque se dovessi iniziare oggi il portafoglio anche perché poi in Italia comunque, anche se non mi ricordo benissimo, come si fanno quelle minus plus; cosa posso compensare. Però alla fine non è che si può fare molto e quindi se fossi in un altro paese magari uno può pensare “ok allora se faccio un gain di qua magari lo resetto con una loss di là così almeno butto in avanti il pagamento delle tasse”. Però tanto in Italia sta roba qui non si può fare quindi…

Alain 

[ 00:37:33 ] Domanda 2 da Davide 

Ho 44 anni, sposato con due figli, lavoro come Manager in una società in cui ero socio e che è stata ceduta ad un fondo qualche anno fa.

Così è attualmente suddiviso il mio patrimonio:

1) Azioni (350k circa): 50% utilities/energetici (Italia) con alto dividendo (7-8%) che reinvesto. Una buona parte del restante 50% è investito in una big Pharma americana con dividendo annuale del 7%, reinvestito. Altre azioni Europa e America.

2) 100k circa utilizzati per trading di breve-medio periodo su azioni (ritorno circa 10k/anno).

3) Bond (200k circa): principalmente Italia ed Europa, cedole 3,5%-4,5%

4) Da un paio d’anni ho iniziato ad accumulare 3 ETF con un PAC mensile di circa 750 EUR (250 EUR cad.: Vanguard LifeStrategy 40% Equity UCITS EUR, Vanguard FTSE All-World High Div. Yield UCITS Dis, Xtrackers MSCI World ex USA UCITS).

5) Cash: 100k conto deposito 3% e 40k BOT scadenze <1 anno che reinvesto a scadenza.

6) Immobiliare: 3 appartamenti in affitto.

7) 10k oro.

Ammetto di non avere un patrimonio molto diversificato, frutto di mie scelte personali (non mi sono mai appoggiato ad un consulente se non in tenera età – a 20 anni – con risultati che potete immaginare….), ma i rendimenti sono comunque interessanti. Il mio fine è più un mantenimento che una crescita di valore, tuttavia la domanda per voi è: varrebbe la pena disinvestire in parte e gradualmente azionario e bond (entrambi poco diversificati) e girarsi, sempre gradualmente, su ETF?

Grazie mille, continuate così!!

Davide

Vittorio 

[ 00:39:59 ] Partendo dal principio che avendo raggiunto un ottimo patrimonio, chiaramente ne sa più di me che sono morto di fame. Mi sembra ci sia un pochino di confusione in tutto perlomeno non mi sia chiarissima la strategia e dove vuole arrivare. Ad esempio il pac mensile è una cosa molto strana: cioè mette un live strategy al 40%, poi un ETF all’world ad alti dividendi, e poi un altro ETF world senza gli Stati Uniti. Boh, non capisco il senso di tante scelte. E poi soprattutto sono curioso di sapere se lui valuta il suo rischio in questi compartimenti stagni o lo valuta su tutto il complessivo, cioè perché qua diventa pure più interessante, in questo senso. Comunque secondo me c’ha bisogno proprio di una bella sforbiciata in generale a netto che magari ha preso cioè ad esempio, sui Bond 3,5-4,5 non è malissimo visto il periodo.

Alain 

[ 00:41:04 ] Comunque, sarei anch’io – cioè avessi quel portafoglio lì mi sentirei a disagio. Ho bisogno di ordine nelle cose senza estremismi; però, qua l’estremismo va dall’altra parte c’è un po’ di disordine e ci sono alcune cose che proprio boh perdonami Davide ma non hanno proprio senso. La prima è 10k in oro su 800k di asset è effettivamente poco 750 euro al mese di PAC cioè con quel patrimonio cioè fanno 9k all’anno hai 800k negli altri asset finanziari senza guardare gli appartamenti cioè va bene il graduale ma qui ci impieghi 8k 89 anni ragazzo cioè devi accelerare accelerare molto cioè se vuoi fare questa cosa qua devi farla entro un anno massimo due e poi è chiaro che ti piacciono i dividendi eh? Comunque è chiaro che sai fare il tuo lavoro hai guadagnato bene fai quello metti tutto in 4 ETF del cazzo e secondo me sei a posto.

Nicola 

[ 00:41:31 ] Nessun commento sul trading che fa il 10% annuo? Ma allora investi tutto in quello! Top classifica dei fund manager europei.

CAZZABUBBOLE

Nicola

No a me è successa una roba curiosa venerdì scorso sono uscito alla sera, dopo tipo sei anni. Sono uscito con un mio amico che è uscito, che avevo organizzato con un suo ex collega e a parte il caso di trovarsi a Zurigo con degli altri italiani che però erano stati anche loro, avevano vissuto anche loro in Lussemburgo. Cioè, se avessi detto qual è la probabilità di di uno che ha fatto Italia-Lussemburgo-Zurigo, la mettevo molto piccola. Invece era una tavolata abbastanza grande. 

La cosa che mi ha fatto più specie è che oltre ad essere diventato vecchio è che praticamente ormai quando ero in Lussemburgo avevo conosciuto questo ragazzo che è diventato mio amico praticamente quando lui era arrivato era arrivato già dopo dopo laureato e avevamo già quasi dieci anni di differenza e quindi quando parlavamo mi veniva da sorridere un po’ Perché hai questa visione del mondo che ti si apre davanti. Però hai questa convinzione di sapere già tutto e mi è successo ancora di più venerdì, perché ho conosciuto quest’altro ragazzo che ha gli anni dei ventisei, per cui venti meno di me. Però questi motivi tornavano ad esempio quando mi dice “no, ma alla fine io mi trovo bene qui in Svizzera, cioè per pensare di restarci” e nella mia testa dicevo: ‘Non hai capito niente perché cioè non sei tu che decidi se stare in Svizzera è la Svizzera che decide quando darti un calcio nel culo e mandarti fuori. E quella è quella la realtà, o anche insomma, anche il mio amico prima quando era venuto in Lussemburgo aveva ancora la sua ragazza dell’Erasmus spagnola e continuava a fare avanti e indietro. E io lì che pensavo: ‘Non durerà e infatti non è durata. Adesso, questo c’ha ancora la ragazza a Milano, anche lei che fa avanti e indietro, e niente, boh, mi fa… 

Ti senti vecchio perché hai un base case che è molto diverso da loro, però anch’io fondamentalmente ero così quando ciò ti sembra che veramente la vita prenda quella direzione lineare. Ti trovi in questa situazione in cui hai un buon budget da spendere non hai praticamente spese puoi fare il cazzo che vuoi e niente. 

In realtà il vero consiglio che volevo dare era un canale YouTube che si chiama Thinking Basketball, dove fanno delle delle analisi secondo me molto belle, molto fatte bene sull’NBA. Prendono tanti temi tra virgolette contemporanei e li analizzano su come certe squadre giocano, certi giocatori come hanno cambiato il gioco. Ma quello che mi ha fatto morire è che ad un certo punto lui si è rotto il cazzo perché continuava a sentire tutta la gente che diceva: ‘Ah, minchia! L’NBA di adesso una merda. Solo tiro da tre, una merda!’ Allora, lui ha fatto un bel video in cui faceva vedere come giocavano ai tempi di Michael Jordan e come giocavano più o meno quando Lebron aveva iniziato, perciò era nel 2000. E come ad esempio lui diceva: ‘Sì, l’unica differenza è che ai tempi i giocatori erano talmente stupidi che magari tiravano non tiravano da tre, ma erano semplicemente un piede dentro alla Linea, cioè non erano così intelligenti da capire che bastava fare un passo indietro e praticamente la distanza era la stessa. Però almeno se segni prendevi un punto in più e poi tutto il fatto che comunque, che ne so, il gioco era molto basato sul post e la gente che dice adesso è ripetitivo. Cioè, quelle giocate lì erano veramente la morte, perché poi c’è il gioco era molto più lento, lo spiega molto bene ma in generale un canale fatto molto bene secondo me.

Vittorio 

[ 00:47:14 ] Io invece vi consiglio questo libro che ho finito di leggere qualche giorno fa, in realtà e si chiama ‘Il commosso viaggiatore alla scoperta dell’Africa’ di Giobbe Covatta. Non so se ve lo ricordate, grande Giobbe Covatta: un mito.

Alain 

[ 00:47:27 ] La nascita dovremmo mettergli il link anche alla nascita di Giobbe Covatta.

Vittorio 

[ 00:47:31 ] Il mio libro preferito è, credo di averlo letto cento volte quando ero bambino, “Dio li fa e poi li accoppa”. Tuttavia, tutte le volte rileggendolo sempre riso delle stesse battute è una cosa incredibile. Peraltro, lui è uno degli autori italiani del novecento che ha venduto più libri. Ne avrà venduti tipo 20 o 30 milioni. 

Questo è l’ultimo libro in cui si toglie qualche sassolino, perché chi è un po’ anziano si ricorderà che c’era una pubblicità tanto lui era diciamo l’immagine di questa associazione si chiama Amref che si occupa di fare progetti in Africa, che faceva bastare poco che ce ne volesse con i bambini africani e diceva parla di queste sue avventure in Africa, che ha avuto da quasi insomma 30 anni almeno un mese, un mese e mezzo all’anno a seguire questi progetti. Insomma si toglie un po’ di sassolini, soprattutto di quelli che parlano molto e poi fanno poco. Ad esempio, queste grandi riunioni in cui, alla fine, fa le donazioni e finisce che sostanzialmente paghi la cena a tutti e fai poco altro. Chiaramente parla anche del razzismo. Ad esempio, una cosa molto divertente che dice: ‘Noi li prendiamo in giro perché non sanno fare quello o quello, ma se noi fossimo buttati in Africa nelle stesse circostanze, dureremmo sì o no 15 o 20 minuti. Quindi, se loro sopravvivono decine di anni, non sono così coglioni. E poi soprattutto ti fa ragionare su quanto ci lamentiamo di cose veramente superficiali nella nostra vita, tipo il traffico sulla provinciale e loro magari devono andarsi a prendere l’acqua con tre ore di passeggiata gradevole, eh!

Alain 

[ 00:49:03 ] Tra l’altro, si collega benissimo anche al mio consiglio. Diciamo che una delle cose che noi occidentali abbiamo risolto, ma sui cui dettagli spendiamo una marea di soldi è la mobilità. Da noi si riduce infine all’automobile, il problema diventa: quante decine di migliaia di euro ci spendo per avere la vernice satinata, il sensore di parcheggio, il tettuccio apribile? In altre parti del mondo, la mobilità resta un problema serio. Se devi fare dieci chilometri per andare a vendere il latte della tua fattoria e ci metti tre ore a tratta e quindi non hai più il tempo per andare a scuola e imparare a leggere, capisci che hai un problema serio.

Siccome in questi posti comunque le infrastrutture mancano i soldi peggio vi consiglio di dare un’occhiata al progetto delle Buffalo Bikes, cioè sono biciclette che sono progettate per essere usate nei paesi in via di sviluppo. Sono economicissime, cioè parecchio economiche insomma, che possono essere diffuse anche in posti dove di soldi ce ne sono pochi. Robustissime e sono progettate per essere manutenute in loco quindi creano anche un certo indotto.

Nicola 

[ 00:50:23 ] Pensavo che parlassi delle city bike, quelle che ci sono a Londra. Però robustissime sono, robustissime. Pesano anche 800 milioni di chili.

Alain 

[ 00:50:35 ] Anche queste non sembrano leggerissime. Però vabbè. Comunque è un bel progetto interessante. Se non ci mettete i soldi fate girare la voce.